Introduzione e scopi In letteratura è risaputo che come conseguenza dell’assunzione dei cortisonici vi siano alterazioni nel comportamento e nell’umore del bambino malato di leucemia (Hochhauser et al., 2005; Eiser et al., 2006). Scopo dello studio è quello di valutare l’effetto delle reazioni del bambino al cortisone sulla sintomatologia del genitore durante la fase terapeutica della Re-induzione. Metodi I partecipanti allo studio sono 78 genitori di bambini con leucemia (età media = 37,16; DS = 5,6), di cui 66 madri e 12 padri. Durante la fase della Re-induzione, a circa 6 mesi dalla comunicazione della diagnosi, viene somministrata al genitore una batteria di questionari per valutare la sua sintomatologia depressiva, di arousal e fisica (BSI-18, CCSS), i suoi sintomi di ansia (STAI) o da trauma (check-list DPTS, CCSS) e il suo funzionamento cognitivo (Problem Scale, CCSS). Inoltre viene fatto compilare al genitore una check-list di possibili effetti psicologici del cortisone sul bambino (questionario creato ad hoc in seguito a uno studio pilota) per avere un punteggio complessivo delle alterazioni psicologiche del bambino al cortisone. In tale occasione vengono anche raccolte le informazioni mediche (n° di giorni di ospedalizzazione, tipo di leucemia) e quelle socio-demografiche delle famiglie. Risultati Un modello di regressione (R2=0,30; p=0,002) identifica gli effetti del cortisone (β=0,30) e le ore lavorative in media del genitore (β=0,35) come predittori a livello concorrente dei sintomi depressivi del genitore al T1. Gli effetti del cortisone (β=0,34) insieme con l’età puntuale del genitore (β=-0,24) sono invece fattori predittivi dei sintomi di arousal del genitore (R2=0,22; p=0,003). Le ore lavorative in media del genitore (β=0,45) predicono anche i problemi di tipo cognitivo nel genitore (R2=0,23; p=0,009). Conclusioni I giorni di ricovero non influenzano la sintomatologia del genitore a 6 mesi, bensì gli effetti del cortisone sul bambino, indicatori di sintomi di arousal e depressivi nel genitore. La quantità di ore lavorative del genitore influenza il suo funzionamento cognitivo a 6 mesi dalla diagnosi. In tal senso è utile creare degli specifici programmi di supporto al genitore che si prende cura del bambino durante questa difficile fase di terapia steroidea.

Effetto delle reazioni psicologiche del bambino affetto da LLA al cortisone sulla sintomatologia del genitore durante la re-induzione.

TREMOLADA, MARTA;BONICHINI, SABRINA;
2007

Abstract

Introduzione e scopi In letteratura è risaputo che come conseguenza dell’assunzione dei cortisonici vi siano alterazioni nel comportamento e nell’umore del bambino malato di leucemia (Hochhauser et al., 2005; Eiser et al., 2006). Scopo dello studio è quello di valutare l’effetto delle reazioni del bambino al cortisone sulla sintomatologia del genitore durante la fase terapeutica della Re-induzione. Metodi I partecipanti allo studio sono 78 genitori di bambini con leucemia (età media = 37,16; DS = 5,6), di cui 66 madri e 12 padri. Durante la fase della Re-induzione, a circa 6 mesi dalla comunicazione della diagnosi, viene somministrata al genitore una batteria di questionari per valutare la sua sintomatologia depressiva, di arousal e fisica (BSI-18, CCSS), i suoi sintomi di ansia (STAI) o da trauma (check-list DPTS, CCSS) e il suo funzionamento cognitivo (Problem Scale, CCSS). Inoltre viene fatto compilare al genitore una check-list di possibili effetti psicologici del cortisone sul bambino (questionario creato ad hoc in seguito a uno studio pilota) per avere un punteggio complessivo delle alterazioni psicologiche del bambino al cortisone. In tale occasione vengono anche raccolte le informazioni mediche (n° di giorni di ospedalizzazione, tipo di leucemia) e quelle socio-demografiche delle famiglie. Risultati Un modello di regressione (R2=0,30; p=0,002) identifica gli effetti del cortisone (β=0,30) e le ore lavorative in media del genitore (β=0,35) come predittori a livello concorrente dei sintomi depressivi del genitore al T1. Gli effetti del cortisone (β=0,34) insieme con l’età puntuale del genitore (β=-0,24) sono invece fattori predittivi dei sintomi di arousal del genitore (R2=0,22; p=0,003). Le ore lavorative in media del genitore (β=0,45) predicono anche i problemi di tipo cognitivo nel genitore (R2=0,23; p=0,009). Conclusioni I giorni di ricovero non influenzano la sintomatologia del genitore a 6 mesi, bensì gli effetti del cortisone sul bambino, indicatori di sintomi di arousal e depressivi nel genitore. La quantità di ore lavorative del genitore influenza il suo funzionamento cognitivo a 6 mesi dalla diagnosi. In tal senso è utile creare degli specifici programmi di supporto al genitore che si prende cura del bambino durante questa difficile fase di terapia steroidea.
2007
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