Il rapporto tra tecnologia, produttività e organizzazione del lavoro permea gli studi organizzativi e, più in generale, quelli economici. Le onde lunghe di sviluppo sono sempre caratterizzate dall’irruzione di nuovi paradigmi tecno-economici, cioè di sistemi di conoscenze, di pratiche, di routine, di codici organizzativi collegati con date strutture tecnologiche. A ciascuna di queste onde corrispondono elevati tassi di crescita che non trovano spiegazione nella dinamica congiunturale del ciclo economico, ma in strutturali, epocali e irreversibili che generano un innalzamento della produttività del lavoro. I mutamenti a cui si fa riferimento coinvolgono anche i modelli organizzativi, cioè le scelte inerenti la divisione del lavoro e i meccanismi di coordinamento: strutture, sistemi operativi e processi . In alcuni casi, la tecnologia porta a situazioni tecnico-organizzative rigide che si traducono in approcci altrettanto rigidi nella gestione delle variabili organizzative. Si pensi alla catena di montaggio e alla parcellizzazione delle mansioni. In altri, invece, la tecnologia apre a soluzioni flessibili che riportano al centro dell’attenzione la persona e la conoscenza. Si pensi alla digitalizzazione (intesa come processo che consente di trasformare i prodotti in una sequenza di bit, ovvero in informazione ), che accelera la dematerializzazione dei beni fisici, favorendo lo sviluppo di prodotti a sempre più elevato contenuto di informazione e intelligenza. L’organizzazione del lavoro si trasforma da problema di ingegneria delle strutture, delle mansioni e dei compiti, ad attività che ha a che fare con persone, business e valore.
Tecnologia, Produttivita' e Lavoro
GUBITTA, PAOLO
2006
Abstract
Il rapporto tra tecnologia, produttività e organizzazione del lavoro permea gli studi organizzativi e, più in generale, quelli economici. Le onde lunghe di sviluppo sono sempre caratterizzate dall’irruzione di nuovi paradigmi tecno-economici, cioè di sistemi di conoscenze, di pratiche, di routine, di codici organizzativi collegati con date strutture tecnologiche. A ciascuna di queste onde corrispondono elevati tassi di crescita che non trovano spiegazione nella dinamica congiunturale del ciclo economico, ma in strutturali, epocali e irreversibili che generano un innalzamento della produttività del lavoro. I mutamenti a cui si fa riferimento coinvolgono anche i modelli organizzativi, cioè le scelte inerenti la divisione del lavoro e i meccanismi di coordinamento: strutture, sistemi operativi e processi . In alcuni casi, la tecnologia porta a situazioni tecnico-organizzative rigide che si traducono in approcci altrettanto rigidi nella gestione delle variabili organizzative. Si pensi alla catena di montaggio e alla parcellizzazione delle mansioni. In altri, invece, la tecnologia apre a soluzioni flessibili che riportano al centro dell’attenzione la persona e la conoscenza. Si pensi alla digitalizzazione (intesa come processo che consente di trasformare i prodotti in una sequenza di bit, ovvero in informazione ), che accelera la dematerializzazione dei beni fisici, favorendo lo sviluppo di prodotti a sempre più elevato contenuto di informazione e intelligenza. L’organizzazione del lavoro si trasforma da problema di ingegneria delle strutture, delle mansioni e dei compiti, ad attività che ha a che fare con persone, business e valore.Pubblicazioni consigliate
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