Pietro Buccio, “Cittadino del mondo”, agli accademici Affidati racconta di esser partito dall’Italia nel 1572 con la Polonia come meta, per «il gran desiderio di veder cose lontane dalla patria nostra»: racconta di essere tornato «liet[o], et soddisfattissim[o], per haver apparato assai, et veduto con sì rara occasione, cose sovrahumane». E, prima di rientrare a Brescia, sua «patria» d’origine, abitata da altri accademici «honorati», «molto amici» e «famigliari», accetta di dare agli accademici pavesi «compiuto raguaglio» di queste «cose sovrahumane», a cominciare dall’elezione a re, in Polonia, del giovane e suo coetaneo Enrico d’Anjou.

La francofilìa di Pietro Buccio: un accademico bresciano a Padova nel Cinquecento

BETTONI, ANNA
2006

Abstract

Pietro Buccio, “Cittadino del mondo”, agli accademici Affidati racconta di esser partito dall’Italia nel 1572 con la Polonia come meta, per «il gran desiderio di veder cose lontane dalla patria nostra»: racconta di essere tornato «liet[o], et soddisfattissim[o], per haver apparato assai, et veduto con sì rara occasione, cose sovrahumane». E, prima di rientrare a Brescia, sua «patria» d’origine, abitata da altri accademici «honorati», «molto amici» e «famigliari», accetta di dare agli accademici pavesi «compiuto raguaglio» di queste «cose sovrahumane», a cominciare dall’elezione a re, in Polonia, del giovane e suo coetaneo Enrico d’Anjou.
2006
Incroci. Scritti in onore di Mario Mammi
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