Ne ho viste cose che voi umani... Fedeltà delle immagini e narrazione della ricerca

La stabilizzazione temporale dell'universo del "visto" è uno degli elementi che contraddistinguono il lavoro dell'antropologo culturale nella sua incessante attività di osservazione e costruzione di narrazioni da e sull'Altro. Uno degli strumenti narrativi per attribuire una 'morfe' all'interpretazione antropologica dei tratti culturali studiati, prelevandoli dal liquido delle quotidianità complessive umane, è dato dalle immagini, statiche o in movimento. Poiché le immagini 'fingono' di testimoniare fedelmente ciò che rappresentano, per poterle usare è necessario un passaggio epistemologico attraverso la riflessività, affinché il ricercatore possa lavorare con e sulle immagini in modo consapevole. In questo saggio proponiamo una decostruzione dell’oggettività presunta delle immagini, in un percorso di riappropriazione antropologico-visuale della loro interpretazione, attraverso l’analisi di alcune narrazioni visive.