L’attenzione degli psicologi sociali per il tema del nemico, qualsiasi individuo o gruppo (sociale, politico, etnico, fino a includere una nazione) percepito come ostile o minaccioso, è stata assai elevata negli anni della guerra fredda, per poi indirizzarsi verso il conflitto fra palestinesi e israeliani. Eventi sociali e politici, nazionali e internazionali, costituiscono così gli scenari capaci di generare nuovi nemici e nuove rappresentazioni dei medesimi, grazie soprattutto all’azione della comunicazione sociale. A Genova, a fine luglio 2001, si è svolto il G8 e nello scenario collettivo è entrato prepotentemente un nuovo soggetto politico: il black bloc. La ricerca si propone di indagare la rappresentazione dei black bloc fornita dalla stampa italiana nel corso dell’estate 2001, individuando i nuclei tematici fondamentali attorno a cui viene costruita tale immagine, cercando, nello stesso tempo, di: a) verificare se, e in quale misura, diverse testate abbiano prodotto immagini diverse, prestando attenzione sia al contenuto informativo sia allo stile comunicativo; b) evidenziare una eventuale variazione temporale nella diffusione di tali immagini. Limitandoci alla variabile testata, i risultati ottenuti evidenziano quattro diverse rappresentazioni dei black bloc. Per il Secolo d’Italia, i black bloc, similmente all’insieme del movimento noglabal, sono criminali pericoli, mossi dal desiderio di “spaccare tutto”. Per il Corriere della Sera rappresentano un gruppo sociale a sé stante, dotato di organizzazione e finalità politiche sovversive. Per La Repubblica si tratta di un gruppo minoritario non particolarmente pericoloso e strumentalizzato per screditare il movimento noglabal. Infine, per Il Manifesto non sono assolutamente nemici ma un gruppo di contestatori “duri”, forse anche un’invenzione per gettare discredito sul movimento noglobal, in ogni caso esposti per ingenuità al rischio di strumentalizzazione.
Bastoni, pietre e passamontagna: Il G8 di Genova e la generazione delle rappresentazioni del black bloc come nuovo nemico
ZAMPERINI, ADRIANO;
2006
Abstract
L’attenzione degli psicologi sociali per il tema del nemico, qualsiasi individuo o gruppo (sociale, politico, etnico, fino a includere una nazione) percepito come ostile o minaccioso, è stata assai elevata negli anni della guerra fredda, per poi indirizzarsi verso il conflitto fra palestinesi e israeliani. Eventi sociali e politici, nazionali e internazionali, costituiscono così gli scenari capaci di generare nuovi nemici e nuove rappresentazioni dei medesimi, grazie soprattutto all’azione della comunicazione sociale. A Genova, a fine luglio 2001, si è svolto il G8 e nello scenario collettivo è entrato prepotentemente un nuovo soggetto politico: il black bloc. La ricerca si propone di indagare la rappresentazione dei black bloc fornita dalla stampa italiana nel corso dell’estate 2001, individuando i nuclei tematici fondamentali attorno a cui viene costruita tale immagine, cercando, nello stesso tempo, di: a) verificare se, e in quale misura, diverse testate abbiano prodotto immagini diverse, prestando attenzione sia al contenuto informativo sia allo stile comunicativo; b) evidenziare una eventuale variazione temporale nella diffusione di tali immagini. Limitandoci alla variabile testata, i risultati ottenuti evidenziano quattro diverse rappresentazioni dei black bloc. Per il Secolo d’Italia, i black bloc, similmente all’insieme del movimento noglabal, sono criminali pericoli, mossi dal desiderio di “spaccare tutto”. Per il Corriere della Sera rappresentano un gruppo sociale a sé stante, dotato di organizzazione e finalità politiche sovversive. Per La Repubblica si tratta di un gruppo minoritario non particolarmente pericoloso e strumentalizzato per screditare il movimento noglabal. Infine, per Il Manifesto non sono assolutamente nemici ma un gruppo di contestatori “duri”, forse anche un’invenzione per gettare discredito sul movimento noglobal, in ogni caso esposti per ingenuità al rischio di strumentalizzazione.Pubblicazioni consigliate
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