Questo testo tratta i tre punti centrali sui quali si sta svolgendo un dibattito importante per il futuro di Internet e dell’e-learning. Il primo parte dalla constatazione che la Rete richiede ormai la definizione e l’acquisizione di una serie di competenze indispensabili per riconoscere, tra la valanga di risorse disponibili, quelle necessarie ed adeguate a rispondere a precisi bisogni formativi e culturali. Si parla a questo proposito di Information Literacy: cioè il saper riconoscere quando è necessaria una certa informazione, il saper utilizzare appropriate strategie su dove e come cercarla, ed infine come valutarla ed utilizzarla efficacemente. La scuola e le istituzioni formative devono senza dubbio al più presto assumersi il compito di stimolare lo sviluppo di queste abilità senza le quali, non solo si rischia una situazione di sovraccarico informativo, ma anche una pericolosa incapacità di valutare la qualità e l’accuratezza delle fonti. Un approccio quindi, in grado di gestire il difficile passaggio dall’informazione alla gestione della conoscenza. Il secondo, di stretta conseguenza, coinvolge i recenti sviluppi legati alla creazione, al recupero e all’indicizzazione degli oggetti di apprendimento o “Learning Objects”. Sempre più spesso infatti docenti, studenti e formatori sono alla ricerca di materiali didattici su Web, che viene quindi visto in un’ottica di immenso repertorio documentale. Ma se la loro codifica e ricerca in Rete sono a tutti gli effetti le due facce della stessa medaglia, il riferimento è allora alla costruzione e alla condivisione sociale dei significati di questi “artefatti simbolici” e quindi al ruolo attivo delle “comunità di discorsi e di pratiche”, in particolare di quelle situate nei luoghi formali della ricerca scientifica e dell’istruzione o in quelli non formali della formazione continua nel mondo del lavoro. Il terzo punto, trasversale ai precedenti, tratta delle modalità di rappresentazione metacognitivo-visuale della conoscenza attraverso interfacce comunicativo-didattiche, come le mappe concettuali, con le quali vengono esplicitati concetti e le loro relazioni in un’ottica sempre più aperta, reticolare ed interdisciplinare. Non è quindi un caso se i nuovi linguaggi messi a punto per la costruzione del Web Semantico, teorizzato recentemente da Tim Berners-Lee, utilizzano formalismi di rappresentazione grafica ad esse molto vicini.

Ricercare in Rete

PETRUCCO, CORRADO
2003

Abstract

Questo testo tratta i tre punti centrali sui quali si sta svolgendo un dibattito importante per il futuro di Internet e dell’e-learning. Il primo parte dalla constatazione che la Rete richiede ormai la definizione e l’acquisizione di una serie di competenze indispensabili per riconoscere, tra la valanga di risorse disponibili, quelle necessarie ed adeguate a rispondere a precisi bisogni formativi e culturali. Si parla a questo proposito di Information Literacy: cioè il saper riconoscere quando è necessaria una certa informazione, il saper utilizzare appropriate strategie su dove e come cercarla, ed infine come valutarla ed utilizzarla efficacemente. La scuola e le istituzioni formative devono senza dubbio al più presto assumersi il compito di stimolare lo sviluppo di queste abilità senza le quali, non solo si rischia una situazione di sovraccarico informativo, ma anche una pericolosa incapacità di valutare la qualità e l’accuratezza delle fonti. Un approccio quindi, in grado di gestire il difficile passaggio dall’informazione alla gestione della conoscenza. Il secondo, di stretta conseguenza, coinvolge i recenti sviluppi legati alla creazione, al recupero e all’indicizzazione degli oggetti di apprendimento o “Learning Objects”. Sempre più spesso infatti docenti, studenti e formatori sono alla ricerca di materiali didattici su Web, che viene quindi visto in un’ottica di immenso repertorio documentale. Ma se la loro codifica e ricerca in Rete sono a tutti gli effetti le due facce della stessa medaglia, il riferimento è allora alla costruzione e alla condivisione sociale dei significati di questi “artefatti simbolici” e quindi al ruolo attivo delle “comunità di discorsi e di pratiche”, in particolare di quelle situate nei luoghi formali della ricerca scientifica e dell’istruzione o in quelli non formali della formazione continua nel mondo del lavoro. Il terzo punto, trasversale ai precedenti, tratta delle modalità di rappresentazione metacognitivo-visuale della conoscenza attraverso interfacce comunicativo-didattiche, come le mappe concettuali, con le quali vengono esplicitati concetti e le loro relazioni in un’ottica sempre più aperta, reticolare ed interdisciplinare. Non è quindi un caso se i nuovi linguaggi messi a punto per la costruzione del Web Semantico, teorizzato recentemente da Tim Berners-Lee, utilizzano formalismi di rappresentazione grafica ad esse molto vicini.
2003
9788882322595
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