Nel corso della prima dominazione veneziana su Treviso (1339-1381) si assiste ad un rafforzamento delle giurisdizioni separate; esse si indeboliscono infatti solo laddove chi le deteneva fosse già avviato su una china discendente, come la famiglia da Camino, che aveva avuto la signoria su Treviso, o la famiglia Tempesta, gli avvocati del vescovo di Treviso. In entrambi questi casi si assiste ad una crisi dinastica che precede il declino. Uscirono rafforzati invece dall'affermarsi del dominio veneziano i conti di Treviso e i vescovi della diocesi di Céneda. In quest'ultimo caso, il vescovo bolognese Francesco Ramponi (1320-1348) seppe ben approfittare della contingenza storica, traendo vantaggio dalle difficoltà dinastiche dei da Camino, anche a costo di entrare in urto con il patriarca di Aquileia, suo metropolita, e con lo stesso papato; promuovendo l'identità comitale della sua chiesa (esercitava in alcuni suoi possedimenti il "merum et mixtum imperium"); appoggiandosi a Venezia nel momento in cui intuì che la città lagunare avrebbe dettato il nuovo ordine territoriale del territorio tra Piave e Livenza. Anche i conti di Treviso esercitavano il "merum et mixtum imperium" per privilegio imperiale e Venezia li integra come "recomendati" o "adherentes". La cautela nei confronti delle giurisdizioni feudali o signorili non fu adottata da Venezia nei confronti dell'ordinamento giuridico e statutario, dove gli interventi furono molto decisi. Insomma, la prima dominazione veneziana su Treviso avvenne nel segno della flessibilità e della sperimentabilità.
Signorie rurali nel territorio trevigiano al tempo della prima dominazione veneziana (1338-1381).
CANZIAN, DARIO
2005
Abstract
Nel corso della prima dominazione veneziana su Treviso (1339-1381) si assiste ad un rafforzamento delle giurisdizioni separate; esse si indeboliscono infatti solo laddove chi le deteneva fosse già avviato su una china discendente, come la famiglia da Camino, che aveva avuto la signoria su Treviso, o la famiglia Tempesta, gli avvocati del vescovo di Treviso. In entrambi questi casi si assiste ad una crisi dinastica che precede il declino. Uscirono rafforzati invece dall'affermarsi del dominio veneziano i conti di Treviso e i vescovi della diocesi di Céneda. In quest'ultimo caso, il vescovo bolognese Francesco Ramponi (1320-1348) seppe ben approfittare della contingenza storica, traendo vantaggio dalle difficoltà dinastiche dei da Camino, anche a costo di entrare in urto con il patriarca di Aquileia, suo metropolita, e con lo stesso papato; promuovendo l'identità comitale della sua chiesa (esercitava in alcuni suoi possedimenti il "merum et mixtum imperium"); appoggiandosi a Venezia nel momento in cui intuì che la città lagunare avrebbe dettato il nuovo ordine territoriale del territorio tra Piave e Livenza. Anche i conti di Treviso esercitavano il "merum et mixtum imperium" per privilegio imperiale e Venezia li integra come "recomendati" o "adherentes". La cautela nei confronti delle giurisdizioni feudali o signorili non fu adottata da Venezia nei confronti dell'ordinamento giuridico e statutario, dove gli interventi furono molto decisi. Insomma, la prima dominazione veneziana su Treviso avvenne nel segno della flessibilità e della sperimentabilità.File | Dimensione | Formato | |
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