OBIETTIVI E’ stato osservato un ruolo protettivo di un moderato consumo di alcol nei confronti di eventi cardiovascolari e della mortalità per malattia cardiovascolare e totale nell’adulto. Il nostro obiettivo è stato esaminare la relazione tra consumo di alcol e patologia cardiovascolare prevalente. PARTICIPANTI E METODI ABBIAMO studiato un campione rappresentativo della popolazione anziana (65-84 anni) italiana costituito da 2303 soggetti maschi partecipanti allo studio ILSA. Sono state rilevate le seguenti variabili: età, scolarità, consumo di caffè, abitudine al fumo e abitudini alimentari, incluso il consumo di alcol a partire dall’età di 20 anni. Inoltre, è stata eseguita una visita medica internistica, e una visita specialistica cardiologica e/o neurologica, per conferma di diagnosi. I consumi dichiarati di vino, birra e liquori sono stati convertiti in alcol (g/die). Il consumo medio quotidiano di alcol è stato calcolato come media ponderata dei consumi dichiarati per ciascun periodo della storia di bevitore Escludendo 403 ex-bevitori, sui restanti 1900 soggetti sono stati definiti cinque gruppi: astemi, <12g/die, 12-24g/die, 24-47g/die, ≥47g/die. E’ stato eseguito uno studio caso-controllo indagando il consumo di alcol medio nei casi prevalenti di malattia cardiovascolare (angina, infarto ed ictus) e nei controlli. L’associazione tra ciascuna categoria di consumo di alcol e differenti patologie indagate, corretta per scolarità, età, abitudine al fumo e consumo di caffè, è stata misurata mediante odds ratio (OR) accompagnato dall’intervallo di confidenza al 95% (IC 95%) calcolati con la regressione logistica utilizzando gli astemi come categoria di confronto. RISULTATI Per la patologia di angina, il valore di OR nei bevitori è risultato pari a 0,50 (IC 0,26-0,95) per gli uomini che hanno bevuto in media <12g/die, di 0,50 (IC 0,28-0,90) per quelli che hanno consumato da 12-24g/die, 0,44 (IC 0,24-0,82) per quelli che hanno consumato da 24-47g/die e di 0,52 (IC 0,28-0,97) per coloro che hanno consumato 47g/die. Per l’infarto, l’indice OR nei bevitori comparato agli astemi non è risultato significativamente ridotto in alcuna classe di consumo. Lo stesso indice, riferito all’ictus, è risultato di 0,67 (IC 0,35-1,27) per gli uomini che hanno bevuto in media <12g/die, di 0,47 (IC 0,25-0,89) per quelli che hanno consumato da 12-24g/die, 0,65 (IC 0,35-1,20) per quelli che hanno consumato da 24-47g/die e di 0,38 (IC 0,20-0,77) per coloro che hanno consumato 47g/die. CONCLUSIONI Si evidenzia come il consumo leggero-moderato di alcol protegge l’anziano dall’angina e dall’ictus, senza una relazione dose effetto. Non previene invece l’infarto in modo statisticamente significativo.

Consumo di alcol e malattie cardiovascolari nell' anziano dell'Italian Longitudinal Study on Aging (ILSA)

BUJA, ALESSANDRA;PERISSINOTTO, EGLE;MASTRANGELO, GIUSEPPE;FRIGO, ANNA CHIARA;GRIGOLETTO, FRANCESCO;RAUSA, GIUSEPPE
2004

Abstract

OBIETTIVI E’ stato osservato un ruolo protettivo di un moderato consumo di alcol nei confronti di eventi cardiovascolari e della mortalità per malattia cardiovascolare e totale nell’adulto. Il nostro obiettivo è stato esaminare la relazione tra consumo di alcol e patologia cardiovascolare prevalente. PARTICIPANTI E METODI ABBIAMO studiato un campione rappresentativo della popolazione anziana (65-84 anni) italiana costituito da 2303 soggetti maschi partecipanti allo studio ILSA. Sono state rilevate le seguenti variabili: età, scolarità, consumo di caffè, abitudine al fumo e abitudini alimentari, incluso il consumo di alcol a partire dall’età di 20 anni. Inoltre, è stata eseguita una visita medica internistica, e una visita specialistica cardiologica e/o neurologica, per conferma di diagnosi. I consumi dichiarati di vino, birra e liquori sono stati convertiti in alcol (g/die). Il consumo medio quotidiano di alcol è stato calcolato come media ponderata dei consumi dichiarati per ciascun periodo della storia di bevitore Escludendo 403 ex-bevitori, sui restanti 1900 soggetti sono stati definiti cinque gruppi: astemi, <12g/die, 12-24g/die, 24-47g/die, ≥47g/die. E’ stato eseguito uno studio caso-controllo indagando il consumo di alcol medio nei casi prevalenti di malattia cardiovascolare (angina, infarto ed ictus) e nei controlli. L’associazione tra ciascuna categoria di consumo di alcol e differenti patologie indagate, corretta per scolarità, età, abitudine al fumo e consumo di caffè, è stata misurata mediante odds ratio (OR) accompagnato dall’intervallo di confidenza al 95% (IC 95%) calcolati con la regressione logistica utilizzando gli astemi come categoria di confronto. RISULTATI Per la patologia di angina, il valore di OR nei bevitori è risultato pari a 0,50 (IC 0,26-0,95) per gli uomini che hanno bevuto in media <12g/die, di 0,50 (IC 0,28-0,90) per quelli che hanno consumato da 12-24g/die, 0,44 (IC 0,24-0,82) per quelli che hanno consumato da 24-47g/die e di 0,52 (IC 0,28-0,97) per coloro che hanno consumato 47g/die. Per l’infarto, l’indice OR nei bevitori comparato agli astemi non è risultato significativamente ridotto in alcuna classe di consumo. Lo stesso indice, riferito all’ictus, è risultato di 0,67 (IC 0,35-1,27) per gli uomini che hanno bevuto in media <12g/die, di 0,47 (IC 0,25-0,89) per quelli che hanno consumato da 12-24g/die, 0,65 (IC 0,35-1,20) per quelli che hanno consumato da 24-47g/die e di 0,38 (IC 0,20-0,77) per coloro che hanno consumato 47g/die. CONCLUSIONI Si evidenzia come il consumo leggero-moderato di alcol protegge l’anziano dall’angina e dall’ictus, senza una relazione dose effetto. Non previene invece l’infarto in modo statisticamente significativo.
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