Preceduta da una dedica politica e da un esergo da Belli e seguita da un testo teorico che dichiara le preferenze culturali dell'autrice (Blanco, Kantor, Manzoni), la seconda centuria di quartine 'prosegue' la prima non solo nel nome e nel metro, ma anche narrativamente, inscenando il monologo interiore della protagonista in una lunga "toilette" successiva al 'contrasto' notturno col partner. La scena è dunque teatralmente occupata dall'interlocuzione con le parti del sé, tra vocazione all'astrazione intellettuale ed attrazione violenta e compiaciuta verso le forme grevi della materia, con conseguente alternanza di registri espressivi, tutti inscritti però in una forte dimensione di letterarietà, dal metro al riuso di materiali vari della tradizione, con un gusto per il "pastiche" moderato dalla materia 'elementare' e dall'esilità del nucleo poetico, col risultato di una poesia che rischia a tratti l'esteriorità "ludica" ma raggiunge sovente grazia e levità nel trattamento musicale di amore e di morte.

Recensione a [P. Valduga, Quartine. Seconda centuria, Torino, Einaudi, 2001, pp. 108]

MOTTA, ATTILIO
2001

Abstract

Preceduta da una dedica politica e da un esergo da Belli e seguita da un testo teorico che dichiara le preferenze culturali dell'autrice (Blanco, Kantor, Manzoni), la seconda centuria di quartine 'prosegue' la prima non solo nel nome e nel metro, ma anche narrativamente, inscenando il monologo interiore della protagonista in una lunga "toilette" successiva al 'contrasto' notturno col partner. La scena è dunque teatralmente occupata dall'interlocuzione con le parti del sé, tra vocazione all'astrazione intellettuale ed attrazione violenta e compiaciuta verso le forme grevi della materia, con conseguente alternanza di registri espressivi, tutti inscritti però in una forte dimensione di letterarietà, dal metro al riuso di materiali vari della tradizione, con un gusto per il "pastiche" moderato dalla materia 'elementare' e dall'esilità del nucleo poetico, col risultato di una poesia che rischia a tratti l'esteriorità "ludica" ma raggiunge sovente grazia e levità nel trattamento musicale di amore e di morte.
2001
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