In questo capitolo si è cercato di definire ed evidenziare gli elementi e i fattori che caratterizzano un’organizzazione e, in particolare, le peculiarità della scuola come organizzazione, nonché il rapporto uomo-organizzazione e gli aspetti critici presenti, oggi, nel lavoro dell’insegnante. Per comprendere il significato e il ruolo attribuito nella nostra società alle organizzazioni è stato necessario ripercorrerne l’evoluzione centrando l’attenzione sulle teorie organizzative che, in modo sia esplicito che implicito, si sono sviluppate in un’ottica di cambiamento. L’organizzazione, non può essere riduttivamente considerata solo un ambiente, un contenitore dato che esiste come entità psicologica, è un sistema complesso che va studiato come sistema totale se si vuole veramente comprendere il comportamento degli individui al suo interno. La scuola fa parte delle organizzazioni che ottengono la partecipazione primariamente sulla base di ricompense normative in cui cioè viene dato valore intrinseco al fatto di esserne membri o all’opportunità di assolvere ad una delle sue funzioni. Nel tentativo di definire cosa si intende per organizzazione è stato, inizialmente, ripreso il dibattito sui sistemi entitari (dall’organizzazione all’organizzare). Successivamente l’organizzazione è stata analizzata come comunità di pratiche e, questo significa porre in relazione in modo diverso le pratiche di apprendimento, comunicazione, lavoro e innovazione organizzativa. In base all’approccio culturale le organizzazioni non vengono più definite e studiate come qualcosa di esterno, di separato e contrapposto agli uomini, ma come prodotto del lavoro delle persone costituito da modelli ricorrenti di interazioni che si ricostruiscono mediante le interazioni quotidiane. La scuola è un’organizzazione di servizi, un’organizzazione problem solving che come ricorda Normann (1984) è obbligata a porsi all’ascolto degli altri. Suo obiettivo è quello di erogare un servizio, cioè ha compiti educativi, trasmissione di insegnamenti e di pratiche formative. In quanto learning organization è un’organizzazione che per realizzare i propri obiettivi fa ricorso ad apprendimenti collettivi; che ha sviluppato la capacità di apprendere riflettendo su se stessa e sull’ambiente di cui fa parte, affrontando con maggior efficacia le turbolenze della dinamica socio-culturale. La scuola è un’organizzazione di servizi in cui, però, il rapporto tra organizzazione e cliente è particolarmente intenso, tanto che il cliente può essere definito un prosumer, ma nello specifico delle organizzazioni formative si realizza una inclusione del cliente, tanto che si può parlare di «organizzazione assorbente». Il cliente diviene parte dell’organizzazione perché l’apprendimento in quanto fine richiede il coinvolgimento e la partecipazione del cliente stesso. Lo studente non può essere equiparato ad un cliente, il rapporto tra docente e alunno non può essere ridotto ad una semplice transazione. Nelle organizzazioni assorbenti il cliente esterno non esiste, pertanto, lo studente deve essere considerato, a tutti gli effetti, un membro dell’organizzazione. Inoltre, la scuola come organizzazione ricorsiva mette in discussione la concezione lineare dell’organizzazione (concezione tayloristica e burocratica) e implica una visione flessibile e interscambiabile di ruoli e funzioni, dove la comunicazione top-down si interseca con quella bottom-up. Il presente lavoro si chiude analizzando le implicazioni del contratto psicologico e del contratto didattico nel lavoro dell’insegnante.

La scuola come organizzazione prosociale

MAERAN, ROBERTA
2005

Abstract

In questo capitolo si è cercato di definire ed evidenziare gli elementi e i fattori che caratterizzano un’organizzazione e, in particolare, le peculiarità della scuola come organizzazione, nonché il rapporto uomo-organizzazione e gli aspetti critici presenti, oggi, nel lavoro dell’insegnante. Per comprendere il significato e il ruolo attribuito nella nostra società alle organizzazioni è stato necessario ripercorrerne l’evoluzione centrando l’attenzione sulle teorie organizzative che, in modo sia esplicito che implicito, si sono sviluppate in un’ottica di cambiamento. L’organizzazione, non può essere riduttivamente considerata solo un ambiente, un contenitore dato che esiste come entità psicologica, è un sistema complesso che va studiato come sistema totale se si vuole veramente comprendere il comportamento degli individui al suo interno. La scuola fa parte delle organizzazioni che ottengono la partecipazione primariamente sulla base di ricompense normative in cui cioè viene dato valore intrinseco al fatto di esserne membri o all’opportunità di assolvere ad una delle sue funzioni. Nel tentativo di definire cosa si intende per organizzazione è stato, inizialmente, ripreso il dibattito sui sistemi entitari (dall’organizzazione all’organizzare). Successivamente l’organizzazione è stata analizzata come comunità di pratiche e, questo significa porre in relazione in modo diverso le pratiche di apprendimento, comunicazione, lavoro e innovazione organizzativa. In base all’approccio culturale le organizzazioni non vengono più definite e studiate come qualcosa di esterno, di separato e contrapposto agli uomini, ma come prodotto del lavoro delle persone costituito da modelli ricorrenti di interazioni che si ricostruiscono mediante le interazioni quotidiane. La scuola è un’organizzazione di servizi, un’organizzazione problem solving che come ricorda Normann (1984) è obbligata a porsi all’ascolto degli altri. Suo obiettivo è quello di erogare un servizio, cioè ha compiti educativi, trasmissione di insegnamenti e di pratiche formative. In quanto learning organization è un’organizzazione che per realizzare i propri obiettivi fa ricorso ad apprendimenti collettivi; che ha sviluppato la capacità di apprendere riflettendo su se stessa e sull’ambiente di cui fa parte, affrontando con maggior efficacia le turbolenze della dinamica socio-culturale. La scuola è un’organizzazione di servizi in cui, però, il rapporto tra organizzazione e cliente è particolarmente intenso, tanto che il cliente può essere definito un prosumer, ma nello specifico delle organizzazioni formative si realizza una inclusione del cliente, tanto che si può parlare di «organizzazione assorbente». Il cliente diviene parte dell’organizzazione perché l’apprendimento in quanto fine richiede il coinvolgimento e la partecipazione del cliente stesso. Lo studente non può essere equiparato ad un cliente, il rapporto tra docente e alunno non può essere ridotto ad una semplice transazione. Nelle organizzazioni assorbenti il cliente esterno non esiste, pertanto, lo studente deve essere considerato, a tutti gli effetti, un membro dell’organizzazione. Inoltre, la scuola come organizzazione ricorsiva mette in discussione la concezione lineare dell’organizzazione (concezione tayloristica e burocratica) e implica una visione flessibile e interscambiabile di ruoli e funzioni, dove la comunicazione top-down si interseca con quella bottom-up. Il presente lavoro si chiude analizzando le implicazioni del contratto psicologico e del contratto didattico nel lavoro dell’insegnante.
2005
Responsabilità  civica e psicologia della convivenza
9788846467706
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/1424873
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
  • OpenAlex ND
social impact