Si ipotizza che la narrativa per l’infanzia, e l’attività di lettura da parte del bambino, costituiscano un veicolo di trasmissione e socializzazione di vari aspetti (valori, ecc.) della cultura, sia nell'accezione più ampia del termine cultura, sia per quanto riguarda l’esperienza e l’espressione emotiva, anche in rapporto agli aspetti normativi che le regolano. Questa ipotesi a sua volta presume che nello scrivere una storia gli scrittori esprimano, più o meno consapevolmente, delle teorie ingenue (credenze, conoscenze) circa le emozioni, teorie che sono vigenti nella loro cultura di appartenenza e a cui essi stessi attingono. La ricerca indaga – analizzando un campione casuale di 397 eventi emotigeni tratti da 49 libri per bambini dai 5 ai 10 anni, prescelti sulla base di criteri specifici - il cosa e il come della rappresentazione delle emozioni nella letteratura per l’infanzia (quali emozioni, in che modo), allo scopo di individuarne, in base a caratteristiche analitiche (per es., tipi di antecedenti, natura delle diverse componenti dell’esperienza emotiva), sia il grado di ‘prototipicità’, sia quello di ‘normatività’ (in particolare, rispetto agli stereotipi di genere sessuale). I risultati confermano l’ipotesi che la letteratura per l’infanzia rappresenta le emozioni secondo una concezione di tipo prototipico molto ricca, culturalmente condivisa, fornendo sostegno indiretto all’ipotesi che la letteratura per l’infanzia costituisce un’importante fonte di apprendimento circa le emozioni, e dunque per lo sviluppo della competenza emotiva.
Lo sviluppo della competenza emotiva: la letteratura per l'infanzia quale base di conoscenze nella costruzione delle teorie ingenue sulle emozioni
ZAMMUNER, VANDA
2004
Abstract
Si ipotizza che la narrativa per l’infanzia, e l’attività di lettura da parte del bambino, costituiscano un veicolo di trasmissione e socializzazione di vari aspetti (valori, ecc.) della cultura, sia nell'accezione più ampia del termine cultura, sia per quanto riguarda l’esperienza e l’espressione emotiva, anche in rapporto agli aspetti normativi che le regolano. Questa ipotesi a sua volta presume che nello scrivere una storia gli scrittori esprimano, più o meno consapevolmente, delle teorie ingenue (credenze, conoscenze) circa le emozioni, teorie che sono vigenti nella loro cultura di appartenenza e a cui essi stessi attingono. La ricerca indaga – analizzando un campione casuale di 397 eventi emotigeni tratti da 49 libri per bambini dai 5 ai 10 anni, prescelti sulla base di criteri specifici - il cosa e il come della rappresentazione delle emozioni nella letteratura per l’infanzia (quali emozioni, in che modo), allo scopo di individuarne, in base a caratteristiche analitiche (per es., tipi di antecedenti, natura delle diverse componenti dell’esperienza emotiva), sia il grado di ‘prototipicità’, sia quello di ‘normatività’ (in particolare, rispetto agli stereotipi di genere sessuale). I risultati confermano l’ipotesi che la letteratura per l’infanzia rappresenta le emozioni secondo una concezione di tipo prototipico molto ricca, culturalmente condivisa, fornendo sostegno indiretto all’ipotesi che la letteratura per l’infanzia costituisce un’importante fonte di apprendimento circa le emozioni, e dunque per lo sviluppo della competenza emotiva.Pubblicazioni consigliate
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