Il presente lavoro entra nel merito del dibattito che interessa l’articolazione dialettica del rapporto tra psicologia e scienze della formazione rispetto alla consulenza familiare, entrando nell’ambito della proposta teorica offerta da N. Galli e L. Pati . Tale prospettiva infatti, approfondendo il tema relativo al ciclo di vita della famiglia, analizza la questione relativa alle esigenze di presa di coscienza dei passaggi fondamentali che segnano i momenti di cambiamento della realtà familiare e propone indicazioni operative per affrontare le difficoltà che in tali fasi si annunciano. Nello specifico, si considera un tema che caratterizza uno dei momenti evolutivi più difficili, ovvero quello che vede da una parte i figli attraversare l’adolescenza e dall’altra i genitori spesso impreparati a far fronte alle prorompenti esigenze che l’età di mezzo produce. Il problema riguarda la possibilità di considerare la consulenza pedagogica in funzione preventiva del disagio; ossia essa può essere intesa come finalizzata per un verso a evitare e per l’altro a ottimizzare gli interventi psicologici di tipo terapeutico e riabilitativo, che in tal senso vengono esercitati nei casi di effettiva psicopatologia. Questi ultimi possono quindi essere riconosciuti e differenziati da situazioni di disagio psichico non gravemente compromissorio, quindi indicati allo psicoterapeuta dallo specialista nelle scienze educative, al quale pertiene il compito di risolvere sul nascere i prodromi del disagio. Parallelamente, poiché nessuna espressione psicopatologica risulta indifferente all’universo culturale e poiché la competenza scientifica dello psicologo è spesso impermeabile a tale fattore, considerato invece essenziale dalle scienze pedagogiche, è da ritenersi irrinunciabile l’intervento di consulenza educativa accanto al lavoro psicoterapeutico.

PREVENZIONE DELL'ANORESSIA E CONSULENZA NEL CICLO DI VITA FAMILIARE

TESTONI, INES
2001

Abstract

Il presente lavoro entra nel merito del dibattito che interessa l’articolazione dialettica del rapporto tra psicologia e scienze della formazione rispetto alla consulenza familiare, entrando nell’ambito della proposta teorica offerta da N. Galli e L. Pati . Tale prospettiva infatti, approfondendo il tema relativo al ciclo di vita della famiglia, analizza la questione relativa alle esigenze di presa di coscienza dei passaggi fondamentali che segnano i momenti di cambiamento della realtà familiare e propone indicazioni operative per affrontare le difficoltà che in tali fasi si annunciano. Nello specifico, si considera un tema che caratterizza uno dei momenti evolutivi più difficili, ovvero quello che vede da una parte i figli attraversare l’adolescenza e dall’altra i genitori spesso impreparati a far fronte alle prorompenti esigenze che l’età di mezzo produce. Il problema riguarda la possibilità di considerare la consulenza pedagogica in funzione preventiva del disagio; ossia essa può essere intesa come finalizzata per un verso a evitare e per l’altro a ottimizzare gli interventi psicologici di tipo terapeutico e riabilitativo, che in tal senso vengono esercitati nei casi di effettiva psicopatologia. Questi ultimi possono quindi essere riconosciuti e differenziati da situazioni di disagio psichico non gravemente compromissorio, quindi indicati allo psicoterapeuta dallo specialista nelle scienze educative, al quale pertiene il compito di risolvere sul nascere i prodromi del disagio. Parallelamente, poiché nessuna espressione psicopatologica risulta indifferente all’universo culturale e poiché la competenza scientifica dello psicologo è spesso impermeabile a tale fattore, considerato invece essenziale dalle scienze pedagogiche, è da ritenersi irrinunciabile l’intervento di consulenza educativa accanto al lavoro psicoterapeutico.
2001
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