L’articolo, presentato ad un incontro di studio su “La Bibbia del XIII secolo” (Firenze, 1-2-giugno 2001) ripercorre la storia esegetica del libro del Levitico nel medioevo. Gli episodi fondanti di questa storia sono le Omelie di Origene su questo libro e il commento di Esichio di Gerusalemme, molto influente in quanto tradotto in latino da Girolamo e rielaborato da Rabano Mauro nelle proprie “Expositiones in Leviticum”, massicciamente riprese nella Glossa ordinaria (opera, per questa parte, di Gilberto l’Universale). Un nuovo ampio commento è quello di Rodolfo di Flay. Una sintesi di tutti questi contributi si trova nei commenti inediti di Pietro Cantore e Stephen Langton: essi, come Rodolfo, inseriscono nell’esposizione del cap. 25, che parla di “remissio” una serie di riflessioni sulla remissione sacramentale del peccato nella penitenza e interpretano il giubileo che si compie dopo 49 anni come l’annuncio della pace escatologica (se in ogni settimana il settimo giorno è giorno di riposo, ciò che viene dopo sette cicli di lavoro e di riposo non può che essere l’annuncio dello stato di pace interminabile dei beati nella vita eterna). La presenza nel cap. 25 del Levitico della tromba che annuncia il giubileo viene colta dal Cantore e dal Langton come un’immagine che si adatta anche alla funzione di annuncio che i prelati svolgono con la predicazione. Anche dall’analisi dei commenti al cap. 25 del Levitico risulta quindi una conferma della “spiritualità della vita attiva”, tipica del Cantore e del Langton, che colgono, nella Scrittura, ogni occasione per ricordare agli studenti delle scuole teologiche il loro dovere di prepararsi ad una degna predicazione e di promuovere il sacramento della penitenza.
La parabola del Levitico
QUINTO, RICCARDO
2004
Abstract
L’articolo, presentato ad un incontro di studio su “La Bibbia del XIII secolo” (Firenze, 1-2-giugno 2001) ripercorre la storia esegetica del libro del Levitico nel medioevo. Gli episodi fondanti di questa storia sono le Omelie di Origene su questo libro e il commento di Esichio di Gerusalemme, molto influente in quanto tradotto in latino da Girolamo e rielaborato da Rabano Mauro nelle proprie “Expositiones in Leviticum”, massicciamente riprese nella Glossa ordinaria (opera, per questa parte, di Gilberto l’Universale). Un nuovo ampio commento è quello di Rodolfo di Flay. Una sintesi di tutti questi contributi si trova nei commenti inediti di Pietro Cantore e Stephen Langton: essi, come Rodolfo, inseriscono nell’esposizione del cap. 25, che parla di “remissio” una serie di riflessioni sulla remissione sacramentale del peccato nella penitenza e interpretano il giubileo che si compie dopo 49 anni come l’annuncio della pace escatologica (se in ogni settimana il settimo giorno è giorno di riposo, ciò che viene dopo sette cicli di lavoro e di riposo non può che essere l’annuncio dello stato di pace interminabile dei beati nella vita eterna). La presenza nel cap. 25 del Levitico della tromba che annuncia il giubileo viene colta dal Cantore e dal Langton come un’immagine che si adatta anche alla funzione di annuncio che i prelati svolgono con la predicazione. Anche dall’analisi dei commenti al cap. 25 del Levitico risulta quindi una conferma della “spiritualità della vita attiva”, tipica del Cantore e del Langton, che colgono, nella Scrittura, ogni occasione per ricordare agli studenti delle scuole teologiche il loro dovere di prepararsi ad una degna predicazione e di promuovere il sacramento della penitenza.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.