Il modello di sviluppo della Terza Italia è stato considerato dalla letteratura sul tema come un contesto economicamente omogeneo, nonostante la netta differenza della cultura politica locale che contraddistingue due zone al suo interno: l’area bianca del NordEst e l’area rossa del Centro (Trugulia 1986). La ricerca comparata tra le due zone ha privilegiato infatti la similarità del modello di sviluppo economico, basato sulla presenza di piccole imprese e la funzionalità dell’esistenza di subculture politiche territoriali (espressione, pur nel diverso orientamento politico, della medesima frattura cento/periferia) e di “grandi partiti” nel sostenere lo sviluppo della piccola impresa e dei distretti industriali. Tuttavia, comparando i due contesti regionali dal punto di vista politologico, vanno emergendo delle differenze tra i due contesti che, come il saggio argomenta, giocano un ruolo cruciale proprio nel modo di regolazione dello sviluppo locale. Approfondendo la comparazione dei due contesti si può rilevare infatti come le istituzioni locali, strutturate sulla base del diverso sistema di valori consolidato, abbiano giocato, e giochino tuttora, un ruolo fondamentale in questo senso, fino a delineare due modi di sviluppo locale sostanzialmente diversi che, posti di fronte alle stesse sfide provenienti dalla globalizzazione del mercato, presentano oggi problemi di sostenibilità profondamente diversi. Dalla comparazione per contesti tra le due regioni più emblematiche, come il Veneto e l’Emilia Romagna, si cercherà di mettere in luce come le due regioni si configurino di fatto come due modi di regolazione distinti che si contrappongono almeno su quattro dimensioni diverse: lo stile del governo locale (non interventista in Veneto, interventista in Emilia Romagna), il carattere delle politiche pubbliche locali (prevalentemente distributive nel primo caso, regolative e redistributive nel secondo), la struttura delle reti tra imprese che caratterizzano i sistemi produttivi locali (reti informali, corte e chiuse in Veneto, preordinate, lunghe e tendenzialmente aperte in Emilia Romagna), la costruzione sociale del territorio, con il Veneto contraddistinto dalla profonda frattura tra città e campagne, maggiormente integrate invece nell'altro caso.
Due modi di regolazione politica dello sviluppo locale. I casi del Veneto e dell'Emilia Romagna
MESSINA, PATRIZIA
2002
Abstract
Il modello di sviluppo della Terza Italia è stato considerato dalla letteratura sul tema come un contesto economicamente omogeneo, nonostante la netta differenza della cultura politica locale che contraddistingue due zone al suo interno: l’area bianca del NordEst e l’area rossa del Centro (Trugulia 1986). La ricerca comparata tra le due zone ha privilegiato infatti la similarità del modello di sviluppo economico, basato sulla presenza di piccole imprese e la funzionalità dell’esistenza di subculture politiche territoriali (espressione, pur nel diverso orientamento politico, della medesima frattura cento/periferia) e di “grandi partiti” nel sostenere lo sviluppo della piccola impresa e dei distretti industriali. Tuttavia, comparando i due contesti regionali dal punto di vista politologico, vanno emergendo delle differenze tra i due contesti che, come il saggio argomenta, giocano un ruolo cruciale proprio nel modo di regolazione dello sviluppo locale. Approfondendo la comparazione dei due contesti si può rilevare infatti come le istituzioni locali, strutturate sulla base del diverso sistema di valori consolidato, abbiano giocato, e giochino tuttora, un ruolo fondamentale in questo senso, fino a delineare due modi di sviluppo locale sostanzialmente diversi che, posti di fronte alle stesse sfide provenienti dalla globalizzazione del mercato, presentano oggi problemi di sostenibilità profondamente diversi. Dalla comparazione per contesti tra le due regioni più emblematiche, come il Veneto e l’Emilia Romagna, si cercherà di mettere in luce come le due regioni si configurino di fatto come due modi di regolazione distinti che si contrappongono almeno su quattro dimensioni diverse: lo stile del governo locale (non interventista in Veneto, interventista in Emilia Romagna), il carattere delle politiche pubbliche locali (prevalentemente distributive nel primo caso, regolative e redistributive nel secondo), la struttura delle reti tra imprese che caratterizzano i sistemi produttivi locali (reti informali, corte e chiuse in Veneto, preordinate, lunghe e tendenzialmente aperte in Emilia Romagna), la costruzione sociale del territorio, con il Veneto contraddistinto dalla profonda frattura tra città e campagne, maggiormente integrate invece nell'altro caso.Pubblicazioni consigliate
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