Carta geologico-strutturale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, stampata alla Scala 1:150.000. Si tratta di un estratto del Sistema Informativo Territoriale (GIS) realizzato per mantenere aggiornate e fruibili le informazioni riguardanti la geotettonica di questo importante settore dell'Arco Alpino. II lavoro è stato realizzato a partire dalla Carte geologique de la Vallée d'Aoste alla Scala 1:100.O00 di Giulio Elter (1987), aggiornata in base allo Structural Model of Italy (Bigi et al., 1990) e a successivi contributi di carattere regionale o locale; le maggiori innovazioni riguardano il settore centro-orientale della carta. La Valle d'Aosta espone una significativa sezione della catena collisionale delle Alpi nord-occidentali, dalle unità elvetiche e ultraelvetiche del Monte Bianco-M. Chetif, accrete nell'Oligocene-Neogene, al complesso di subduzione fossile austroalpino-pennidico, formatosi tra l'Eocene e il tardo Cretacico. II complesso di subduzione costituito dalle unità pennidiche esterne (Zona Sion-Courmayeur), mediane (Gran San Bernardo) ed interne (Monte Rosa, Gran Paradiso), derivate dal margine continentale passivo europeo, dalle unità ofiolitiche Vallesane (Versoyen) e Piemontesi, e da varie unità austroalpine esterne (Dent Blanche s.l.) ed interne (Sesia-Lanzo), riferibili al margine continentale adriatico. Le unità esterne si suddividono in lembi superiori, in fades scisti blu di età cretacica, e in lembi inferiori, in facies eclogitica di età eocenica inf-media, analoga a quella delle ofioliti circostanti. Verso la fine della sua esumazione, il prisma orogenico ha subito una sovraimpronta metamorfica in fades scisti verdi dell'Eocene sup.-Oligocene inf. e, nell'Oligocene, è stato intruso da filoni di andesiti e lamprofiri e vene di quarzo aurifero. La struttura profonda della Valle d'Aosta e del contiguo Vallese è ricostruibile in base all'interpretazione geologica delle immagini sismiche prodotte dagliesperimenti CROP-ECORS e NFP 20, Esse confermano la struttura asimmetrica della catena, con le unità di origine adriatica (africana) al di sopra di quelle europee.

Carta Geotettonica della Valle d'Aosta

DAL PIAZ, GIORGIO;MASSIRONI, MATTEO;
2003

Abstract

Carta geologico-strutturale della Regione Autonoma Valle d'Aosta, stampata alla Scala 1:150.000. Si tratta di un estratto del Sistema Informativo Territoriale (GIS) realizzato per mantenere aggiornate e fruibili le informazioni riguardanti la geotettonica di questo importante settore dell'Arco Alpino. II lavoro è stato realizzato a partire dalla Carte geologique de la Vallée d'Aoste alla Scala 1:100.O00 di Giulio Elter (1987), aggiornata in base allo Structural Model of Italy (Bigi et al., 1990) e a successivi contributi di carattere regionale o locale; le maggiori innovazioni riguardano il settore centro-orientale della carta. La Valle d'Aosta espone una significativa sezione della catena collisionale delle Alpi nord-occidentali, dalle unità elvetiche e ultraelvetiche del Monte Bianco-M. Chetif, accrete nell'Oligocene-Neogene, al complesso di subduzione fossile austroalpino-pennidico, formatosi tra l'Eocene e il tardo Cretacico. II complesso di subduzione costituito dalle unità pennidiche esterne (Zona Sion-Courmayeur), mediane (Gran San Bernardo) ed interne (Monte Rosa, Gran Paradiso), derivate dal margine continentale passivo europeo, dalle unità ofiolitiche Vallesane (Versoyen) e Piemontesi, e da varie unità austroalpine esterne (Dent Blanche s.l.) ed interne (Sesia-Lanzo), riferibili al margine continentale adriatico. Le unità esterne si suddividono in lembi superiori, in fades scisti blu di età cretacica, e in lembi inferiori, in facies eclogitica di età eocenica inf-media, analoga a quella delle ofioliti circostanti. Verso la fine della sua esumazione, il prisma orogenico ha subito una sovraimpronta metamorfica in fades scisti verdi dell'Eocene sup.-Oligocene inf. e, nell'Oligocene, è stato intruso da filoni di andesiti e lamprofiri e vene di quarzo aurifero. La struttura profonda della Valle d'Aosta e del contiguo Vallese è ricostruibile in base all'interpretazione geologica delle immagini sismiche prodotte dagliesperimenti CROP-ECORS e NFP 20, Esse confermano la struttura asimmetrica della catena, con le unità di origine adriatica (africana) al di sopra di quelle europee.
2003
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