Il lavoro applica la tassonomia OECD sul contenuto tecnologico dei settori ai dati censuari per analizzare le modificazioni intervenute nella struttura occupazionale dell’industria manifatturiera italiana nel ventennio 1981-2001. Si evidenzia come il nostro settore industriale abbia risposto agli stimoli della crescente competizione internazionale ricorrendo all’impiego di processi e tecnologie di tipo labour-saving, unitamente a diffusi fenomeni di riorganizzazione e di downsizing delle imprese. Si evidenzia inoltre, come tali processi abbiano determinato un parziale riorientamento della struttura occupazionale manifatturiera dai settori a bassa a quelli a medio-bassa e, in parte, a quelli ad alta tecnologia. Gli approfondimenti territoriali evidenziano come le diverse aree abbiano manifestato comportamenti occupazionali differenziati sia dal punto di vista settoriale che temporale, con una crescita relativamente stabile e diffusa nel Nord-est e consistenti flessioni, talora settorialmente opposte nei due decenni, nelle rimanenti aree. Inoltre, si rileva come al Nord si sia verificato un significativo riequilibrio nell’occupazione manifatturiera a vantaggio del Nord-est, mentre il Centro e, in parte, il Sud sono rimasti ai margini del processo. L’analisi shift-share ha consentito infine di rilevare come i cambiamenti nella struttura occupazionale delle quattro aree si siano concentrati nel secondo decennio con sensibili miglioramenti, riferiti sopratutto al Nord-est, sia nella specializzazione sia nella capacità competitiva.
Contenuto tecnologico e occupazione nell'industria manifatturiera italiana: un'analisi territoriale
MARCATO, GIANCARLO;
2004
Abstract
Il lavoro applica la tassonomia OECD sul contenuto tecnologico dei settori ai dati censuari per analizzare le modificazioni intervenute nella struttura occupazionale dell’industria manifatturiera italiana nel ventennio 1981-2001. Si evidenzia come il nostro settore industriale abbia risposto agli stimoli della crescente competizione internazionale ricorrendo all’impiego di processi e tecnologie di tipo labour-saving, unitamente a diffusi fenomeni di riorganizzazione e di downsizing delle imprese. Si evidenzia inoltre, come tali processi abbiano determinato un parziale riorientamento della struttura occupazionale manifatturiera dai settori a bassa a quelli a medio-bassa e, in parte, a quelli ad alta tecnologia. Gli approfondimenti territoriali evidenziano come le diverse aree abbiano manifestato comportamenti occupazionali differenziati sia dal punto di vista settoriale che temporale, con una crescita relativamente stabile e diffusa nel Nord-est e consistenti flessioni, talora settorialmente opposte nei due decenni, nelle rimanenti aree. Inoltre, si rileva come al Nord si sia verificato un significativo riequilibrio nell’occupazione manifatturiera a vantaggio del Nord-est, mentre il Centro e, in parte, il Sud sono rimasti ai margini del processo. L’analisi shift-share ha consentito infine di rilevare come i cambiamenti nella struttura occupazionale delle quattro aree si siano concentrati nel secondo decennio con sensibili miglioramenti, riferiti sopratutto al Nord-est, sia nella specializzazione sia nella capacità competitiva.Pubblicazioni consigliate
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