Da più parti viene sottolineato come la didattica universitaria tradizionale, fondata sulla lezione frontale, nella quale lo studente è in una posizione di ascolto, di ricezione di quanto gli viene trasmesso dal docente, si sia rivelata insufficiente e vengono evidenziati gli alti tassi di dispersione cui ha portato. Tra le cause di questo fenomeno riveste un’importanza non secondaria il gap esistente tra insegnamento e apprendimento: tra il quanto viene insegnato e quanto viene appreso. In tutto questo gioca un ruolo non indifferente l’”accademismo”, cioè una modalità di insegnamento caratterizzata da eccessiva distanza tra docente e allievo, rigidità nella relazione interpersonale, unidirezionalità della comunicazione e trasmissione fredda e astratta di nozioni. La possibilità di superare tali limiti è ravvisabile in una metodologia attiva, improntata al coinvolgimento diretto dello studente, che gli offra l’opportunità di apprendere esercitandosi, sperimentando, risolvendo problemi, alternando momenti teorici ad applicazioni pratiche, in una comunicazione bidirezionale che implica discussione, confronto, concretezza. Il laboratorio, per le sue caratteristiche peculiari, sembra offrire l’opportunità di mettere in atto questa metodologia. La didattica laboratoriale, infatti, si caratterizza soprattutto per la partecipazione attiva dello studente. Nel presente lavoro viene presentata la valutazione, ampiamente positiva, di coloro che hanno partecipato alla realizzazione di due laboratori nell’ambito dell’insegnamento di Metodologia della ricerca pedagogica e si evidenzia come ad essa si associ anche una miglior resa nelle prove d’esame da parte di quanti hanno partecipato al laboratorio rispetto agli altri studenti.

Studenti protagonisti della valutazione di un laboratorio

GASPERI, EMMA
2002

Abstract

Da più parti viene sottolineato come la didattica universitaria tradizionale, fondata sulla lezione frontale, nella quale lo studente è in una posizione di ascolto, di ricezione di quanto gli viene trasmesso dal docente, si sia rivelata insufficiente e vengono evidenziati gli alti tassi di dispersione cui ha portato. Tra le cause di questo fenomeno riveste un’importanza non secondaria il gap esistente tra insegnamento e apprendimento: tra il quanto viene insegnato e quanto viene appreso. In tutto questo gioca un ruolo non indifferente l’”accademismo”, cioè una modalità di insegnamento caratterizzata da eccessiva distanza tra docente e allievo, rigidità nella relazione interpersonale, unidirezionalità della comunicazione e trasmissione fredda e astratta di nozioni. La possibilità di superare tali limiti è ravvisabile in una metodologia attiva, improntata al coinvolgimento diretto dello studente, che gli offra l’opportunità di apprendere esercitandosi, sperimentando, risolvendo problemi, alternando momenti teorici ad applicazioni pratiche, in una comunicazione bidirezionale che implica discussione, confronto, concretezza. Il laboratorio, per le sue caratteristiche peculiari, sembra offrire l’opportunità di mettere in atto questa metodologia. La didattica laboratoriale, infatti, si caratterizza soprattutto per la partecipazione attiva dello studente. Nel presente lavoro viene presentata la valutazione, ampiamente positiva, di coloro che hanno partecipato alla realizzazione di due laboratori nell’ambito dell’insegnamento di Metodologia della ricerca pedagogica e si evidenzia come ad essa si associ anche una miglior resa nelle prove d’esame da parte di quanti hanno partecipato al laboratorio rispetto agli altri studenti.
2002
Didattica universitaria tra teorie e pratiche
"Riscrivere i percorsi della formazione"
9788882321536
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