Il dibattito sullo sviluppo locale in Italia, fin dalla fine degli anni Settanta, si è concentrato essenzialmente sui sistemi di piccola e media impresa, a partire da quelli della “Terza Italia”, e sull’idea dell’autoregolazione sociale del mercato, avvalorando l’idea della sostanziale marginalità della politica nei processi di regolazione dello sviluppo di questi sistemi locali di successo. Solo alla fine degli anni Ottanta, con le prime crisi dei distretti industriali, comincia a farsi strada l’idea che siano opportune e necessarie politiche pubbliche mirate, orientate ad offrire servizi reali a sostegno delle piccole imprese. Il processo che tuttavia ha portato alla definzione delle politiche per lo sviluppo locale è stato tutt’altro che lienare e scontato. Come è stato messo recentemente in luce (Trigilia, 2005), nonostante l’evidente specificità dell’economia italiana caratterizzata da modelli locali di sviluppo fortemente differenziati e path dependent, nel dibattito in corso sul declino economico, centrato sul modello della grande impresa fordista, il tema dello sviluppo locale sta visibilmente perdendo di rilevanza. Per di più, la stagione delle politiche per lo sviluppo locale, che ha caratterizzato gli anni Novanta e che, a partire da questi ultimi anni, sembra essersi avviata in Italia sulla via del declino, si sta concludendo senza una valutazione effettiva di ciò che queste politiche abbiano effettivamente prodotto. Né si può parlare di un reale apprendimento istituzionale dai casi di successo che, come pure dimostrano diversi casi studio documentati, hanno riguardato per esempio: la formazione della leadership locale; la capacità di co-progettazione e di coordinamento degli attori; le modalità di mobilitazione delle risorse locali “dal basso”. Il saggio richiama quindi l'attenzione su "la lezione" che invece si può ricavare da vent’anni di studi sul caso italiano, arricchiti da altri filoni di ricerca, come quello sui distrettiindustriali della scuola di Giacomo Becattini (2000), quello sulle politiche economiche territoriali (Ciciotti e Rizzi, 2005) e quello più propriamente politologico sulla regolazione politica dello sviluppo locale (Messina, 2001).
Quali politiche per lo sviluppo locale? Un dibattito ancora aperto
MESSINA, PATRIZIA
2007
Abstract
Il dibattito sullo sviluppo locale in Italia, fin dalla fine degli anni Settanta, si è concentrato essenzialmente sui sistemi di piccola e media impresa, a partire da quelli della “Terza Italia”, e sull’idea dell’autoregolazione sociale del mercato, avvalorando l’idea della sostanziale marginalità della politica nei processi di regolazione dello sviluppo di questi sistemi locali di successo. Solo alla fine degli anni Ottanta, con le prime crisi dei distretti industriali, comincia a farsi strada l’idea che siano opportune e necessarie politiche pubbliche mirate, orientate ad offrire servizi reali a sostegno delle piccole imprese. Il processo che tuttavia ha portato alla definzione delle politiche per lo sviluppo locale è stato tutt’altro che lienare e scontato. Come è stato messo recentemente in luce (Trigilia, 2005), nonostante l’evidente specificità dell’economia italiana caratterizzata da modelli locali di sviluppo fortemente differenziati e path dependent, nel dibattito in corso sul declino economico, centrato sul modello della grande impresa fordista, il tema dello sviluppo locale sta visibilmente perdendo di rilevanza. Per di più, la stagione delle politiche per lo sviluppo locale, che ha caratterizzato gli anni Novanta e che, a partire da questi ultimi anni, sembra essersi avviata in Italia sulla via del declino, si sta concludendo senza una valutazione effettiva di ciò che queste politiche abbiano effettivamente prodotto. Né si può parlare di un reale apprendimento istituzionale dai casi di successo che, come pure dimostrano diversi casi studio documentati, hanno riguardato per esempio: la formazione della leadership locale; la capacità di co-progettazione e di coordinamento degli attori; le modalità di mobilitazione delle risorse locali “dal basso”. Il saggio richiama quindi l'attenzione su "la lezione" che invece si può ricavare da vent’anni di studi sul caso italiano, arricchiti da altri filoni di ricerca, come quello sui distrettiindustriali della scuola di Giacomo Becattini (2000), quello sulle politiche economiche territoriali (Ciciotti e Rizzi, 2005) e quello più propriamente politologico sulla regolazione politica dello sviluppo locale (Messina, 2001).File | Dimensione | Formato | |
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