Cosa collega la “marcia dei 40.000” dell’autunno 1980 all’adesione della lira al Sistema monetario europeo? C’è un legame tra la neonata Comunità europea di inizio anni Sessanta e la crisi del primo governo di centro-sinistra? Cosa c’entra il Fondo monetario internazionale con la solidarietà nazionale tra DC e Pci negli anni Settanta? Le risposte a queste domande si trovano in questo libro e hanno tutte a che fare col vincolo esterno. Tecnicamente, il vincolo esterno indica la necessità per uno Stato di rispettare, almeno nel lungo periodo, l’equilibrio nei conti con l’estero. È la cruda contabilità della bilancia dei pagamenti che impone limitazioni alla politica economica. Ma alla politica resta la facoltà di determinare la distribuzione dei costi dell’aggiustamento. Si può quindi parlare di “uso politico” del vincolo esterno, quando la sua ragionieristica cogenza diviene strumento di legittimazione di assetti di potere e strategie. Il presente volume esplora come il vincolo esterno sia stato gestito dalle classi dirigenti in due decenni cruciali della storia d’Italia. Partendo dalla crisi che nel 1963-64 mise fine al boom economico, si giunge a fine anni Settanta, con l’adesione al Sistema monetario europeo e l’ancoraggio della lira al marco tedesco. Gli attori sulla scena sono le forze politiche e i governi da esse costituiti, la Banca d’Italia, i maggiori partner internazionali (Stati Uniti, Germania), ma anche forze sociali (il movimento operaio, gli imprenditori) e organizzazioni internazionali (la Comunità europea, il Fondo monetario internazionale).

La sferza del cambio. Il vincolo esterno nella storia dell’Italia repubblicana

Francesco Petrini
2025

Abstract

Cosa collega la “marcia dei 40.000” dell’autunno 1980 all’adesione della lira al Sistema monetario europeo? C’è un legame tra la neonata Comunità europea di inizio anni Sessanta e la crisi del primo governo di centro-sinistra? Cosa c’entra il Fondo monetario internazionale con la solidarietà nazionale tra DC e Pci negli anni Settanta? Le risposte a queste domande si trovano in questo libro e hanno tutte a che fare col vincolo esterno. Tecnicamente, il vincolo esterno indica la necessità per uno Stato di rispettare, almeno nel lungo periodo, l’equilibrio nei conti con l’estero. È la cruda contabilità della bilancia dei pagamenti che impone limitazioni alla politica economica. Ma alla politica resta la facoltà di determinare la distribuzione dei costi dell’aggiustamento. Si può quindi parlare di “uso politico” del vincolo esterno, quando la sua ragionieristica cogenza diviene strumento di legittimazione di assetti di potere e strategie. Il presente volume esplora come il vincolo esterno sia stato gestito dalle classi dirigenti in due decenni cruciali della storia d’Italia. Partendo dalla crisi che nel 1963-64 mise fine al boom economico, si giunge a fine anni Settanta, con l’adesione al Sistema monetario europeo e l’ancoraggio della lira al marco tedesco. Gli attori sulla scena sono le forze politiche e i governi da esse costituiti, la Banca d’Italia, i maggiori partner internazionali (Stati Uniti, Germania), ma anche forze sociali (il movimento operaio, gli imprenditori) e organizzazioni internazionali (la Comunità europea, il Fondo monetario internazionale).
2025
9788835185215
9788835185222
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3571148
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
  • OpenAlex ND
social impact