Questo lavoro di ricerca, basato su un’ampia varietà di fonti storiche, approfondisce le principali vicende dell’insediamento religioso delle suore Minori di Santa Chiara a Venezia, che sorgeva nei pressi dell’attuale Piazzale Roma, focalizzando in particolare l’epoca medievale. Nella prima parte del volume vengono indagati gli avvenimenti storici del monastero dalle origini fino all'epoca delle soppressioni, al fine di restituire idealmente l'aspetto dell'edificio chiesastico, demolito agli inizi del XIX secolo. Le fonti d'archivio analizzate, in particolare i testamenti e i Capitoli delle suore, hanno permesso di ricostruire per i secoli XIII e XIV il nucleo delle religiose e i loro rapporti familiari e amicali, nonché di fare luce sull'esistenza, a partire almeno dalla metà del Trecento, di una Scuola devozionale dedicata alla santa assisiate. Dall'esame dei documenti è emersa inoltre la figura di un benefattore di origini veronesi, Antonio Barloto, che nelle sue prime volontà testamentarie aveva dato indicazione di voler far realizzare un'ancona per l'altare maggiore di Santa Chiara. La vicenda ha fornito ulteriori elementi sulla conformazione dell’edificio e sulla presenza di altari nella chiesa, offrendo uno spunto di riflessione sulle modalità di committenza in ambito femminile, ovvero la donazione di un'opera d'arte in vista di una monacazione. Anche il grandioso Polittico dell’Incoronazione della Vergine di Paolo Veneziano oggi alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, unica opera superstite dell’apparato decorativo di Santa Chiara a cui è stata dedicata la seconda parte di questo studio, venne probabilmente realizzato in un contesto analogo. L’opera, di cui vengono ripercorse le vicende e la fortuna critica, viene indagata dal punto di vista iconografico in relazione ad un testo liturgico appartenuto al monastero. Il manoscritto che descrive i cerimoniali liturgici di vestizione che avevano luogo in occasione dell’ingresso in religione e della professione delle monache mostra diversi punti di contatto con le iconografie del dipinto, in particolare quelle del registro superiore, e si è dunque ipotizzato che fungesse da supporto visivo nel corso del rito e che dovesse trovarsi nel coro delle monache, o chiesa 'interiore', uno spazio inaccessibile ai laici, dove solitamente avvenivano queste cerimonie. Si è dunque proposto che l'ignota committente del dipinto, raffigurata ai piedi dell’episodio della Morte di san Francesco e designata in passato dalla critica come una religiosa, fosse invece una facoltosa vedova che aveva fatto dono del polittico al monastero in occasione della monacazione della figlia.

La chiesa scomparsa di Santa Chiara a Venezia. Le vicende architettoniche, il polittico di Paolo Veneziano, la comunità religiosa e i suoi benefattori nel Medioevo

Khalaf, Elena
2024

Abstract

Questo lavoro di ricerca, basato su un’ampia varietà di fonti storiche, approfondisce le principali vicende dell’insediamento religioso delle suore Minori di Santa Chiara a Venezia, che sorgeva nei pressi dell’attuale Piazzale Roma, focalizzando in particolare l’epoca medievale. Nella prima parte del volume vengono indagati gli avvenimenti storici del monastero dalle origini fino all'epoca delle soppressioni, al fine di restituire idealmente l'aspetto dell'edificio chiesastico, demolito agli inizi del XIX secolo. Le fonti d'archivio analizzate, in particolare i testamenti e i Capitoli delle suore, hanno permesso di ricostruire per i secoli XIII e XIV il nucleo delle religiose e i loro rapporti familiari e amicali, nonché di fare luce sull'esistenza, a partire almeno dalla metà del Trecento, di una Scuola devozionale dedicata alla santa assisiate. Dall'esame dei documenti è emersa inoltre la figura di un benefattore di origini veronesi, Antonio Barloto, che nelle sue prime volontà testamentarie aveva dato indicazione di voler far realizzare un'ancona per l'altare maggiore di Santa Chiara. La vicenda ha fornito ulteriori elementi sulla conformazione dell’edificio e sulla presenza di altari nella chiesa, offrendo uno spunto di riflessione sulle modalità di committenza in ambito femminile, ovvero la donazione di un'opera d'arte in vista di una monacazione. Anche il grandioso Polittico dell’Incoronazione della Vergine di Paolo Veneziano oggi alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, unica opera superstite dell’apparato decorativo di Santa Chiara a cui è stata dedicata la seconda parte di questo studio, venne probabilmente realizzato in un contesto analogo. L’opera, di cui vengono ripercorse le vicende e la fortuna critica, viene indagata dal punto di vista iconografico in relazione ad un testo liturgico appartenuto al monastero. Il manoscritto che descrive i cerimoniali liturgici di vestizione che avevano luogo in occasione dell’ingresso in religione e della professione delle monache mostra diversi punti di contatto con le iconografie del dipinto, in particolare quelle del registro superiore, e si è dunque ipotizzato che fungesse da supporto visivo nel corso del rito e che dovesse trovarsi nel coro delle monache, o chiesa 'interiore', uno spazio inaccessibile ai laici, dove solitamente avvenivano queste cerimonie. Si è dunque proposto che l'ignota committente del dipinto, raffigurata ai piedi dell’episodio della Morte di san Francesco e designata in passato dalla critica come una religiosa, fosse invece una facoltosa vedova che aveva fatto dono del polittico al monastero in occasione della monacazione della figlia.
2024
9788895908328
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