Qual è la differenza tra un istante e la storia dell’umanità? O anche di più: tra un attimo e la storia dell’universo intero? Se c’è... Già perché un battito di ciglia pare cosa semplice, ma per farlo bisogna avere le ciglia, quindi le palpebre, gli occhi, il volto, la testa, il corpo intero; e per avere il corpo bisogna essere nati e magari cresciuti almeno un po’; per essere nati bisogna che due persone ci abbiano concepito e atteso per nove mesi, e le due persone devono essersi conosciute e anche loro sono nate anni prima e così possiamo tornare indietro fino al Big Bang, senza il quale il battito di ciglia non ci sarebbe per nulla. Non dobbiamo dare tutto questo per scontato, perché avrebbe potuto benissimo non succedere. Il bello infatti è che un battito di ciglia, a volte, può diventare contagioso e cambiare il corso della storia, perché si somma ad altri battiti di ciglia, si ingigantisce e sposta la nostra vita su un binario alternativo. Nell’evoluzione è accaduto spesso. Ogni singolo istante porta con sé potenzialità inaspettate e impensabili. Anche adesso. Ecco, questo libro è un po’ Big Bang e un po’ un istante, un po’ evoluzione sui tempi lunghissimi e un po’ battito di ciglia, perché le idee vengono al volo, spesso inattese, ma hanno bisogno di tutto ciò che c’è dietro e spesso non ci si pensa. Ecco che per arrampicarsi su un albero bisogna che qualcuno abbia piantato il seme o che quel seme sia arrivato lì in qualche modo, chissà quando; ecco che per inventare una ruota non basta disegnare un cerchio (e nessun animale, tranne noi, è riuscito a inventarla). Ecco che per vincere una gara alle Olimpiadi ci vogliono i greci antichi di tremila anni fa; ecco che un’isola, grande o piccola, piena di nani e di giganti, ha bisogno di un mare intorno e il mare ha bisogno delle terre per le sue rive. Ecco che per farci un giro in bicicletta ci vuole molto di più di due pedali. Ecco che quando tutto fila liscio alla fine ci si annoia, mentre quando... OPS! sorge qualche inghippo, l’ingegno si aguzza. I vincoli nell’evoluzione non sono sempre limiti: possono diventare anche opportunità per nuove soluzioni e per invenzioni straordinarie. Ci sono sempre molti modi per fare la stessa cosa. In passato, ci sono stati persino molti modi di essere umani. Il cambiamento spesso è un bricolage, una svolta inattesa, un ribaltamento imprevisto. Il risultato non sarà perfetto, ma funzionerà! Del resto, sono proprio le nostre fragilità e imperfezioni a renderci unici e anche creativi. Ecco soprattutto che per scrivere questo libro un autore non era sufficiente e ce ne sono due, ognuno con il proprio presente e con il proprio passato; uno scienziato e filosofo, l’altro spensierato e curioso. E ce n’è pure un terzo, che ha tradotto le parole in immagini. Un libro che non ci sarebbe senza i cinesi che hanno inventato la carta, senza i fenici e il loro alfabeto, senza il signor Gutenberg e la sua idea della stampa, e pure senza di te, che ora ne sfogli le pagine con i tuoi polpastrelli (che non si sono certo evoluti per voltare i fogli né per mandare i messaggini dal cellulare!) e ne farai un uso che noi oggi non riusciamo nemmeno a immaginare.
T. Pievani, A. Valente, OPS! 20 imprevisti che hanno cambiato l’evoluzione e la storia
PIEVANI DIETELMO
2024
Abstract
Qual è la differenza tra un istante e la storia dell’umanità? O anche di più: tra un attimo e la storia dell’universo intero? Se c’è... Già perché un battito di ciglia pare cosa semplice, ma per farlo bisogna avere le ciglia, quindi le palpebre, gli occhi, il volto, la testa, il corpo intero; e per avere il corpo bisogna essere nati e magari cresciuti almeno un po’; per essere nati bisogna che due persone ci abbiano concepito e atteso per nove mesi, e le due persone devono essersi conosciute e anche loro sono nate anni prima e così possiamo tornare indietro fino al Big Bang, senza il quale il battito di ciglia non ci sarebbe per nulla. Non dobbiamo dare tutto questo per scontato, perché avrebbe potuto benissimo non succedere. Il bello infatti è che un battito di ciglia, a volte, può diventare contagioso e cambiare il corso della storia, perché si somma ad altri battiti di ciglia, si ingigantisce e sposta la nostra vita su un binario alternativo. Nell’evoluzione è accaduto spesso. Ogni singolo istante porta con sé potenzialità inaspettate e impensabili. Anche adesso. Ecco, questo libro è un po’ Big Bang e un po’ un istante, un po’ evoluzione sui tempi lunghissimi e un po’ battito di ciglia, perché le idee vengono al volo, spesso inattese, ma hanno bisogno di tutto ciò che c’è dietro e spesso non ci si pensa. Ecco che per arrampicarsi su un albero bisogna che qualcuno abbia piantato il seme o che quel seme sia arrivato lì in qualche modo, chissà quando; ecco che per inventare una ruota non basta disegnare un cerchio (e nessun animale, tranne noi, è riuscito a inventarla). Ecco che per vincere una gara alle Olimpiadi ci vogliono i greci antichi di tremila anni fa; ecco che un’isola, grande o piccola, piena di nani e di giganti, ha bisogno di un mare intorno e il mare ha bisogno delle terre per le sue rive. Ecco che per farci un giro in bicicletta ci vuole molto di più di due pedali. Ecco che quando tutto fila liscio alla fine ci si annoia, mentre quando... OPS! sorge qualche inghippo, l’ingegno si aguzza. I vincoli nell’evoluzione non sono sempre limiti: possono diventare anche opportunità per nuove soluzioni e per invenzioni straordinarie. Ci sono sempre molti modi per fare la stessa cosa. In passato, ci sono stati persino molti modi di essere umani. Il cambiamento spesso è un bricolage, una svolta inattesa, un ribaltamento imprevisto. Il risultato non sarà perfetto, ma funzionerà! Del resto, sono proprio le nostre fragilità e imperfezioni a renderci unici e anche creativi. Ecco soprattutto che per scrivere questo libro un autore non era sufficiente e ce ne sono due, ognuno con il proprio presente e con il proprio passato; uno scienziato e filosofo, l’altro spensierato e curioso. E ce n’è pure un terzo, che ha tradotto le parole in immagini. Un libro che non ci sarebbe senza i cinesi che hanno inventato la carta, senza i fenici e il loro alfabeto, senza il signor Gutenberg e la sua idea della stampa, e pure senza di te, che ora ne sfogli le pagine con i tuoi polpastrelli (che non si sono certo evoluti per voltare i fogli né per mandare i messaggini dal cellulare!) e ne farai un uso che noi oggi non riusciamo nemmeno a immaginare.Pubblicazioni consigliate
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