La vicenda di Pietro Speziale, noto ai più come il Cittadella (1478-1554), sarebbe rimasta una delle tante storie sepolte dalle sabbie del tempo se non fosse stato per il vescovo Pier Paolo Vergerio, che, abbandonati i lidi sicuri della Chiesa romana, decise di intestarsi l’ardua missione della propaganda evangelica in Italia. Nel pamphlet del 1549 contro l’indice dei libri che il vescovo Della Casa aveva steso per la Repubblica, Vergerio tratteggiava per la prima volta la biografia di Speziale, facendone un martire vivente del Vangelo, additato quale esempio preclaro dell’opposizione alla persecuzione romana. In quella stessa estate, però, Speziale stava già cominciando ad abbandonare i suoi propositi di resistenza imperitura per lasciare spazio a più miti consigli. La notizia della morte dell’amico Francesco Spiera, avvenuta senza la consolazione dei sacramenti il 27 dicembre 1548, insieme alle esortazioni al ravvedimento che gli giungevano in carcere dalle lettere di amici e confidenti, non meno che la overtà e la vecchiaia, contribuirono certamente alla sua abiura. Fu una vita, quella di Pietro Speziale, maestro di grammatica e aspirante poeta ad imitazione dei grandi nomi dell’Umanesimo, trascorsa per lo più cercando di penetrare le profondità del movimento per la riforma della Chiesa. In questa fertile radura vi si era trovato quasi per caso, grazie alle sue frequentazioni erudite e alla lettura di autori che avevano messo al servizio dell’ortodossia cristiana le scienze umanistiche. Lettura che, fatta senz’altra guida che la presunzione del proprio intelletto, lo condusse facilmente a scontrarsi con l’Inquisizione. Rimane un profilo, quello di Pietro Speziale, frammentato e tutt’altro che lineare: a lunghi silenzi biografici si intervallano periodi ricchi di informazioni che gemmano tanto dai documenti quanto dalle sue opere, molte delle quali ancora inedite o di difficile reperibilità. In particolare, il Tractatus de gratia Dei fu l’opera che gli costò trent’anni di vita nello scriverla, ma soprattutto gli guadagnò la condanna al carcere perpetuo per eresia. Tra le tante informazioni raccolte per la stesura di questa nuova biografia di Pietro Speziale si è scelto di ridare voce non solo ai documenti d’archivio ma anche ai documenti letterari, giungendo così ad inquadrare Il Cittadella nel più ampio panorama della Riforma italiana, collocandolo nella rete di rapporti costruiti nel tempo della sua vita e che gli permisero di vivere da una prospettiva privilegiata i mutamenti della grande Storia. Dopo una prima analisi delle fonti a disposizione su Pietro Speziale – fonti solo in parte pubblicate nelle ricerche che gli dedicarono Giuseppe De Leva, Emilio Comba ed Ester Zille – si è ritenuto necessario procedere ad una ricostruzione biografica aggiornata, ad un’analisi comparativa del pensiero nel contesto di un territorio, come quello padovano e cittadellese, fortemente connotato dalla cultura umanistica sia dello Studium che dei circoli intellettuali, da una religiosità inquieta e fortemente influenzata dal mondo tedesco. Su queste premesse, considerato il voluminoso corpus di fonti e bibliografia secondaria che era stato possibile raccogliere sul soggetto, si sono potute gettare le basi per una ricerca con una prospettiva storiografica indipendente e dagli esiti inaspettati.
Un Erasmo di Provincia. L’odissea di Pietro Speziale da Cittadella tra Umanesimo e Riforma (1478-1554)
Vincenzo Vozza
2021
Abstract
La vicenda di Pietro Speziale, noto ai più come il Cittadella (1478-1554), sarebbe rimasta una delle tante storie sepolte dalle sabbie del tempo se non fosse stato per il vescovo Pier Paolo Vergerio, che, abbandonati i lidi sicuri della Chiesa romana, decise di intestarsi l’ardua missione della propaganda evangelica in Italia. Nel pamphlet del 1549 contro l’indice dei libri che il vescovo Della Casa aveva steso per la Repubblica, Vergerio tratteggiava per la prima volta la biografia di Speziale, facendone un martire vivente del Vangelo, additato quale esempio preclaro dell’opposizione alla persecuzione romana. In quella stessa estate, però, Speziale stava già cominciando ad abbandonare i suoi propositi di resistenza imperitura per lasciare spazio a più miti consigli. La notizia della morte dell’amico Francesco Spiera, avvenuta senza la consolazione dei sacramenti il 27 dicembre 1548, insieme alle esortazioni al ravvedimento che gli giungevano in carcere dalle lettere di amici e confidenti, non meno che la overtà e la vecchiaia, contribuirono certamente alla sua abiura. Fu una vita, quella di Pietro Speziale, maestro di grammatica e aspirante poeta ad imitazione dei grandi nomi dell’Umanesimo, trascorsa per lo più cercando di penetrare le profondità del movimento per la riforma della Chiesa. In questa fertile radura vi si era trovato quasi per caso, grazie alle sue frequentazioni erudite e alla lettura di autori che avevano messo al servizio dell’ortodossia cristiana le scienze umanistiche. Lettura che, fatta senz’altra guida che la presunzione del proprio intelletto, lo condusse facilmente a scontrarsi con l’Inquisizione. Rimane un profilo, quello di Pietro Speziale, frammentato e tutt’altro che lineare: a lunghi silenzi biografici si intervallano periodi ricchi di informazioni che gemmano tanto dai documenti quanto dalle sue opere, molte delle quali ancora inedite o di difficile reperibilità. In particolare, il Tractatus de gratia Dei fu l’opera che gli costò trent’anni di vita nello scriverla, ma soprattutto gli guadagnò la condanna al carcere perpetuo per eresia. Tra le tante informazioni raccolte per la stesura di questa nuova biografia di Pietro Speziale si è scelto di ridare voce non solo ai documenti d’archivio ma anche ai documenti letterari, giungendo così ad inquadrare Il Cittadella nel più ampio panorama della Riforma italiana, collocandolo nella rete di rapporti costruiti nel tempo della sua vita e che gli permisero di vivere da una prospettiva privilegiata i mutamenti della grande Storia. Dopo una prima analisi delle fonti a disposizione su Pietro Speziale – fonti solo in parte pubblicate nelle ricerche che gli dedicarono Giuseppe De Leva, Emilio Comba ed Ester Zille – si è ritenuto necessario procedere ad una ricostruzione biografica aggiornata, ad un’analisi comparativa del pensiero nel contesto di un territorio, come quello padovano e cittadellese, fortemente connotato dalla cultura umanistica sia dello Studium che dei circoli intellettuali, da una religiosità inquieta e fortemente influenzata dal mondo tedesco. Su queste premesse, considerato il voluminoso corpus di fonti e bibliografia secondaria che era stato possibile raccogliere sul soggetto, si sono potute gettare le basi per una ricerca con una prospettiva storiografica indipendente e dagli esiti inaspettati.File | Dimensione | Formato | |
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