Nel passaggio dal Rinascimento al Barocco il linguaggio musicale attraversa un processo di profonda trasformazione che investe anche la scrittura musicale. Nel Cinquecento la produzione musicale occidentale era per lo più polifonico-vocale: tante voci si univano in modo che ciascuna, quasi perdendo la propria individualità, si fondeva in un tutto omogeneo. Nello stesso periodo la produzione musicale, da prevalentemente vocale quale era stata in precedenza, sarebbe diventata dapprima nel contempo vocale e strumentale, per poi veder prevalere, soprattutto dal Settecento in poi, generi e forme dotati di una destinazione esclusivamente strumentale. In concomitanza con questi cambiamenti tecnici e stilistici, anche la notazione avrebbe iniziato a trasformarsi, a partire dal colore delle note, che nel Rinascimento erano prevalentemente bianche, mentre in questa fase sarebbero tornate ad essere prevalentemente nere (come già lo erano state nel Medioevo), e dalla loro forma, che da rettangolare o romboidale sarebbe progressivamente diventata tonda. Inoltre in questa fase la notazione, non più rivolta a una ristretta cerchia di fruitori competenti che condividevano una cultura musicale reservata, ma al mercato sempre più vasto e diversificato del libro a stampa, avrebbe subito un processo di progressiva semplificazione. Questo cambiamento, tuttavia, fu tutt’altro che repentino: al contrario vi fu una lunga fase in cui vecchi simboli continuarono a essere impiegati, assumendo progressivamente significati nuovi. Il saggio dà conto di questa progressiva trasformazione della notazione ripercorrendone le tappe con un linguaggio piano e uno stile espositivo comunicativo.

Con molta espressione. La scrittura musicale dal Seicento all’Ottocento

Marina Toffetti
2024

Abstract

Nel passaggio dal Rinascimento al Barocco il linguaggio musicale attraversa un processo di profonda trasformazione che investe anche la scrittura musicale. Nel Cinquecento la produzione musicale occidentale era per lo più polifonico-vocale: tante voci si univano in modo che ciascuna, quasi perdendo la propria individualità, si fondeva in un tutto omogeneo. Nello stesso periodo la produzione musicale, da prevalentemente vocale quale era stata in precedenza, sarebbe diventata dapprima nel contempo vocale e strumentale, per poi veder prevalere, soprattutto dal Settecento in poi, generi e forme dotati di una destinazione esclusivamente strumentale. In concomitanza con questi cambiamenti tecnici e stilistici, anche la notazione avrebbe iniziato a trasformarsi, a partire dal colore delle note, che nel Rinascimento erano prevalentemente bianche, mentre in questa fase sarebbero tornate ad essere prevalentemente nere (come già lo erano state nel Medioevo), e dalla loro forma, che da rettangolare o romboidale sarebbe progressivamente diventata tonda. Inoltre in questa fase la notazione, non più rivolta a una ristretta cerchia di fruitori competenti che condividevano una cultura musicale reservata, ma al mercato sempre più vasto e diversificato del libro a stampa, avrebbe subito un processo di progressiva semplificazione. Questo cambiamento, tuttavia, fu tutt’altro che repentino: al contrario vi fu una lunga fase in cui vecchi simboli continuarono a essere impiegati, assumendo progressivamente significati nuovi. Il saggio dà conto di questa progressiva trasformazione della notazione ripercorrendone le tappe con un linguaggio piano e uno stile espositivo comunicativo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3514781
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