La produzione scientifica di Carl Schmitt si estende per oltre un sessantennio e abbraccia molteplici ambiti della scienza giuridica, dal diritto penale delle prime prove al diritto pubblico e costituzionale, al diritto internazionale, alla filosofia del diritto. Oltre a ciò, Schmitt si è interessato in modo non episodico e non superficiale di teoria della letteratura: basti ricordare a questo proposito la sua precoce attenzione per un poeta come Theodor Däubler o lo studio appassionato di Shakespeare che ha dato luogo a uno saggio specifico, Amleto o Ecuba o, ancora, la predilezione per Melville e per uno dei suoi personaggi più complessi, Benito Cereno. Se a questo si aggiunge il carattere della produzione schmittiana, certo articolata in monografie di taglio accademico, ma spesso affidata a saggi tanto brevi quanto efficaci e all'uso felice di formule che sono divenute quasi proverbiali – ad esempio “Sovrano è chi decide sullo stato d'eccezione” - si capirà perché la via della ricostruzione complessiva non è forse quella che rende al meglio giustizia alla complessità – e, per molti versi, della contraddittorietà – alla sua opera. L'intento perseguito in questo volume, dunque, è quello dell'attraversamento della molteplice e multiforme produzione di Carl Schmitt, rinunciando programmaticamente ad ogni pretesa sintetica. Si è inteso piuttosto evidenziarne alcuni caratteri significativi, analizzarne alcuni passaggi concettualmente cruciali, anche attraverso il riferimento ad opere meno note e citate nella letteratura secondaria, nella convinzione che riflettere oggi su Carl Schmitt, più che suggerire delle soluzioni, può aiutare a decifrare meglio alcuni dei problemi che ci troviamo dinanzi.
Percorsi schmittiani. Studi di storia costituzionale
Antonino Scalone
2020
Abstract
La produzione scientifica di Carl Schmitt si estende per oltre un sessantennio e abbraccia molteplici ambiti della scienza giuridica, dal diritto penale delle prime prove al diritto pubblico e costituzionale, al diritto internazionale, alla filosofia del diritto. Oltre a ciò, Schmitt si è interessato in modo non episodico e non superficiale di teoria della letteratura: basti ricordare a questo proposito la sua precoce attenzione per un poeta come Theodor Däubler o lo studio appassionato di Shakespeare che ha dato luogo a uno saggio specifico, Amleto o Ecuba o, ancora, la predilezione per Melville e per uno dei suoi personaggi più complessi, Benito Cereno. Se a questo si aggiunge il carattere della produzione schmittiana, certo articolata in monografie di taglio accademico, ma spesso affidata a saggi tanto brevi quanto efficaci e all'uso felice di formule che sono divenute quasi proverbiali – ad esempio “Sovrano è chi decide sullo stato d'eccezione” - si capirà perché la via della ricostruzione complessiva non è forse quella che rende al meglio giustizia alla complessità – e, per molti versi, della contraddittorietà – alla sua opera. L'intento perseguito in questo volume, dunque, è quello dell'attraversamento della molteplice e multiforme produzione di Carl Schmitt, rinunciando programmaticamente ad ogni pretesa sintetica. Si è inteso piuttosto evidenziarne alcuni caratteri significativi, analizzarne alcuni passaggi concettualmente cruciali, anche attraverso il riferimento ad opere meno note e citate nella letteratura secondaria, nella convinzione che riflettere oggi su Carl Schmitt, più che suggerire delle soluzioni, può aiutare a decifrare meglio alcuni dei problemi che ci troviamo dinanzi.Pubblicazioni consigliate
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