Il lavoro trae spunto dalla recente entrata in vigore del nuovo codice del Terzo settore e si propone di evidenziare i riflessi che la nuova disciplina dei rapporti tra enti del Terzo settore e pubbliche amministrazioni in esso contenuta può comportare sull’assetto e sul ruolo delle amministrazioni locali, che degli enti stessi rappresentano l’interlocutore più diretto e che sono, a loro volta, interessate da processi di trasformazione che hanno preso avvio con la legge n. 142 del 1990 e con il testo unico del 2000, hanno ricevuto nuovo impulso dalla riforma costituzionale del 2001 e non sono ancora conclusi. Dopo aver evidenziato, in generale, i problemi che si pongono nei rapporti tra la disciplina del Terzo settore e le autonomie locali e le innovazioni introdotte dal nuovo codice del Terzo settore in ordine alle relazioni tra enti del Terzo settore e pubbliche amministrazioni, si sono presi in considerazione le novità introdotte dal codice in materia di partecipazione ai procedimenti amministrativi e i riflessi della disciplina del codice sulle autonomie locali per quanto riguarda sia la partecipazione istituzionale, sia quella funzionale, esaminando, in particolare, i problemi connessi all'individuazione dei procedimenti nei quali deve realizzarsi la partecipazione degli enti del Terzo settore, quelli concernenti la disciplina delle forme e delle modalità di partecipazione e quelli riguardanti il vincolo che dalla partecipazione può discendere a carico dell'ente pubblico. Si sono, poi, presi in considerazione i rapporti di collaborazione tra enti del Terzo settore e amministrazioni pubbliche, soffermandosi sulla disciplina introdotta dal codice in ordine all'accreditamento, alla co-progettazione e alle convenzioni e cercando di evidenziare il ruolo delle amministrazioni locali nella disciplina e nello svolgimento dei rapporti collaborativi.
Riforma del Terzo settore e autonomie locali
Gabriele Leondini
2019
Abstract
Il lavoro trae spunto dalla recente entrata in vigore del nuovo codice del Terzo settore e si propone di evidenziare i riflessi che la nuova disciplina dei rapporti tra enti del Terzo settore e pubbliche amministrazioni in esso contenuta può comportare sull’assetto e sul ruolo delle amministrazioni locali, che degli enti stessi rappresentano l’interlocutore più diretto e che sono, a loro volta, interessate da processi di trasformazione che hanno preso avvio con la legge n. 142 del 1990 e con il testo unico del 2000, hanno ricevuto nuovo impulso dalla riforma costituzionale del 2001 e non sono ancora conclusi. Dopo aver evidenziato, in generale, i problemi che si pongono nei rapporti tra la disciplina del Terzo settore e le autonomie locali e le innovazioni introdotte dal nuovo codice del Terzo settore in ordine alle relazioni tra enti del Terzo settore e pubbliche amministrazioni, si sono presi in considerazione le novità introdotte dal codice in materia di partecipazione ai procedimenti amministrativi e i riflessi della disciplina del codice sulle autonomie locali per quanto riguarda sia la partecipazione istituzionale, sia quella funzionale, esaminando, in particolare, i problemi connessi all'individuazione dei procedimenti nei quali deve realizzarsi la partecipazione degli enti del Terzo settore, quelli concernenti la disciplina delle forme e delle modalità di partecipazione e quelli riguardanti il vincolo che dalla partecipazione può discendere a carico dell'ente pubblico. Si sono, poi, presi in considerazione i rapporti di collaborazione tra enti del Terzo settore e amministrazioni pubbliche, soffermandosi sulla disciplina introdotta dal codice in ordine all'accreditamento, alla co-progettazione e alle convenzioni e cercando di evidenziare il ruolo delle amministrazioni locali nella disciplina e nello svolgimento dei rapporti collaborativi.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.