Tra i temi dominanti il dibattito architettonico degli ultimi decenni la dismissione di impianti e strutture produttive ha assunto una centralità forse inattesa per la valenza quantitativa e qualitativa con cui il fenomeno si presenta. La diffusa presenza di impianti estrattivi e cave di pietra dismessi, si impone spesso su altre problematiche territoriali principalmente per due ordini di problemi, l’ecologia e il paesaggio. Il libro, catalogo dell’omonima mostra, ripercorre analizzandone i caratteri progettuali e costruttivi, 15 progetti di riqualificazione di cave di pietra dismesse. Diversi per tipologia di intervento (parchi urbani, eco-musei, teatri) e per tipo di pietra estratta (calcari, marne, graniti), i progetti analizzati presentano il medesimo approccio al tema della riqualificazione, quello cioè di non cercare la ricomposizione ambientale, ossia la “cicatrizzazione della ferita” attraverso un approssimativo intervento di ricostruzione morfologica del terreno e la restituzione di una porzione di manto vegetale equivalente a quello asportato, quanto piuttosto di valorizzare queste singolari opere di architettura collettiva, collocabili in un incerto spazio tra arcaiche costruzioni megalitiche e moderne strutture paleo-industriali, evidenziandone la perfetta coincidenza tra programma funzionale, processi tecnico estrattivi ed esito formale.
Architetture di cava/Quarry architecture
Angelo Bertolazzi;
2010
Abstract
Tra i temi dominanti il dibattito architettonico degli ultimi decenni la dismissione di impianti e strutture produttive ha assunto una centralità forse inattesa per la valenza quantitativa e qualitativa con cui il fenomeno si presenta. La diffusa presenza di impianti estrattivi e cave di pietra dismessi, si impone spesso su altre problematiche territoriali principalmente per due ordini di problemi, l’ecologia e il paesaggio. Il libro, catalogo dell’omonima mostra, ripercorre analizzandone i caratteri progettuali e costruttivi, 15 progetti di riqualificazione di cave di pietra dismesse. Diversi per tipologia di intervento (parchi urbani, eco-musei, teatri) e per tipo di pietra estratta (calcari, marne, graniti), i progetti analizzati presentano il medesimo approccio al tema della riqualificazione, quello cioè di non cercare la ricomposizione ambientale, ossia la “cicatrizzazione della ferita” attraverso un approssimativo intervento di ricostruzione morfologica del terreno e la restituzione di una porzione di manto vegetale equivalente a quello asportato, quanto piuttosto di valorizzare queste singolari opere di architettura collettiva, collocabili in un incerto spazio tra arcaiche costruzioni megalitiche e moderne strutture paleo-industriali, evidenziandone la perfetta coincidenza tra programma funzionale, processi tecnico estrattivi ed esito formale.Pubblicazioni consigliate
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