L’opera muove, in premessa, da un completo esame dei caratteri della terzietà e dell’imparzialità del giudice, quali elementi costitutivi del giusto processo, e del ruolo centrale, che ad essi viene riconosciuto dalla giurisprudenza, nel più ampio quadro delle garanzie emergenti dall’art. 111, II comma, della Costituzione. Essa intende contribuire, altresì, alla ricostruzione della genesi, dell’evoluzione e del contenuto sostanziale dei rimedi che il nostro ordinamento processuale civile predispone per tutelare il “diritto” delle parti al giudice imparziale. L’indagine è completata da una mirata ricerca storica e comparatistica e dal confronto con la disciplina, che mira a presidiare l’imparzialità del giudice penale, soprattutto, ma anche del giudice amministrativo e tributario e dell’arbitro. Infine, mediante adeguati profili critici, lo studio stimola una rinnovata riflessione sull’adeguatezza degli istituti dell’astensione e della ricusazione al loro dichiarato scopo, laddove si constata che la disciplina positiva di essi si risolve in soli quattro articoli nei quali, per vero, si legge assai poco “di nuovo” e, in compenso, molto “d’antico”.

L’imparzialità del giudice civile e la sua tutela processuale

PRENDINI L.
2017

Abstract

L’opera muove, in premessa, da un completo esame dei caratteri della terzietà e dell’imparzialità del giudice, quali elementi costitutivi del giusto processo, e del ruolo centrale, che ad essi viene riconosciuto dalla giurisprudenza, nel più ampio quadro delle garanzie emergenti dall’art. 111, II comma, della Costituzione. Essa intende contribuire, altresì, alla ricostruzione della genesi, dell’evoluzione e del contenuto sostanziale dei rimedi che il nostro ordinamento processuale civile predispone per tutelare il “diritto” delle parti al giudice imparziale. L’indagine è completata da una mirata ricerca storica e comparatistica e dal confronto con la disciplina, che mira a presidiare l’imparzialità del giudice penale, soprattutto, ma anche del giudice amministrativo e tributario e dell’arbitro. Infine, mediante adeguati profili critici, lo studio stimola una rinnovata riflessione sull’adeguatezza degli istituti dell’astensione e della ricusazione al loro dichiarato scopo, laddove si constata che la disciplina positiva di essi si risolve in soli quattro articoli nei quali, per vero, si legge assai poco “di nuovo” e, in compenso, molto “d’antico”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11577/3290546
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