Il volume Imago Oculi. Canaletto e la visione fotografica di Prato della Valle è stato concepito come guida e approfondimento dell’omonima mostra tenutasi presso Palazzo Angeli, a Padova, dal 5 ottobre 2016 al 27 febbraio 2017. L’obiettivo primario dell’opera è quello di restituire il valore fortemente simbolico di Prato della Valle nella storia della visione e della fotografia. Il principale nucleo tematico dei sei saggi contenuti nel volume è il ruolo fondamentale avuto dal Prato della Valle nel repertorio vedutistico di Canaletto. Il Prato è divenuto un archetipo iconografico per sperimentazioni prospettiche pionieristiche entro la pratica dell’artista. Il funzionamento e gli esiti estetici della Camera Obscura di Canaletto, dispositivo mediante il quale l’immagine viva di una veduta veniva catturata e proiettata su una superficie piana, vengono discussi anche in relazione all’esperimento di costruzione di una nuova Camera Obscura della dimensione di un’intera stanza presso Palazzo Angeli, ad opera di Claude Martin-Rabaud. L’artista-fotografo francese ha realizzato un’installazione che, rispetto a Canaletto, rovescia il punto di vista di Prato della Valle e avvolge completamente i visitatori. L’impiego della Camera Obscura e ciò che in termini fotografici potremmo definire “visione obiettiva” inaugurano dunque una nuova stagione del vedere. Palazzo Angeli viene così ridefinito quale sede dell’occhio di Canaletto. Vengono poi affrontate la persistenza dell’immagine del Prato nella fotografia dell’Ottocento, e in particolare nel repertorio delle stereoscopie, che grazie alla visione binoculare restituivano non una semplice riproduzione in piano, ma una “scultura di luce” che si presentava allo sguardo con realismo eccezionale. Infine, vi è modo di ritrovare il Prato come set cinematografico, in una rassegna di pellicole italiane e internazionali che mostrano la persistenza simbolica di questo luogo sin dai film degli anni Trenta, quando gli operatori dell’Istituto Luce ebbero modo di effettuare numerosi servizi in Prato della Valle; sarebbero poi seguiti numerosi film di finzione, con protagonisti quali Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Jean Paul Belmondo e Monica Vitti.

Imago oculi. Canaletto e la visione fotografica di Prato della Valle

Zotti Minici, Carlo Alberto
2016

Abstract

Il volume Imago Oculi. Canaletto e la visione fotografica di Prato della Valle è stato concepito come guida e approfondimento dell’omonima mostra tenutasi presso Palazzo Angeli, a Padova, dal 5 ottobre 2016 al 27 febbraio 2017. L’obiettivo primario dell’opera è quello di restituire il valore fortemente simbolico di Prato della Valle nella storia della visione e della fotografia. Il principale nucleo tematico dei sei saggi contenuti nel volume è il ruolo fondamentale avuto dal Prato della Valle nel repertorio vedutistico di Canaletto. Il Prato è divenuto un archetipo iconografico per sperimentazioni prospettiche pionieristiche entro la pratica dell’artista. Il funzionamento e gli esiti estetici della Camera Obscura di Canaletto, dispositivo mediante il quale l’immagine viva di una veduta veniva catturata e proiettata su una superficie piana, vengono discussi anche in relazione all’esperimento di costruzione di una nuova Camera Obscura della dimensione di un’intera stanza presso Palazzo Angeli, ad opera di Claude Martin-Rabaud. L’artista-fotografo francese ha realizzato un’installazione che, rispetto a Canaletto, rovescia il punto di vista di Prato della Valle e avvolge completamente i visitatori. L’impiego della Camera Obscura e ciò che in termini fotografici potremmo definire “visione obiettiva” inaugurano dunque una nuova stagione del vedere. Palazzo Angeli viene così ridefinito quale sede dell’occhio di Canaletto. Vengono poi affrontate la persistenza dell’immagine del Prato nella fotografia dell’Ottocento, e in particolare nel repertorio delle stereoscopie, che grazie alla visione binoculare restituivano non una semplice riproduzione in piano, ma una “scultura di luce” che si presentava allo sguardo con realismo eccezionale. Infine, vi è modo di ritrovare il Prato come set cinematografico, in una rassegna di pellicole italiane e internazionali che mostrano la persistenza simbolica di questo luogo sin dai film degli anni Trenta, quando gli operatori dell’Istituto Luce ebbero modo di effettuare numerosi servizi in Prato della Valle; sarebbero poi seguiti numerosi film di finzione, con protagonisti quali Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Jean Paul Belmondo e Monica Vitti.
2016
978-8898997-55-58
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