Alla fine del XVI secolo, l’erudito olandese Hugo Blotius tentò di realizzare a Vienna il progetto di un Museo del Genere Umano e di una Biblioteca Imperiale Universale. Assumendo per un trentennio la carica di Hofbibliothekar diede invece vita al prima nucleo della biblioteca imperiale asburgica. Qui lasciava alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. E’ questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un Impero in una fase ancora poco nota della loro storia. Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Come attirare l’attenzione di Rodolfo II e dei suoi consiglieri da Praga su un deposito polveroso di libri a stampa e manoscritti? Che criteri adottare per la riorganizzazione di un sapere non più soltanto veicolato attraverso le lingue tradizionali del panorama erudito europeo? E per quali pubblici concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’Imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo, in cui i concetti di “imperiale” “universale” “pubblico” avevano un significato diverso da quello odierno, ma tuttavia con profonde ripercussioni sulla percezione che noi oggi abbiamo delle istituzioni del sapere e della loro funzione nella società.

L'Impero di carta. Storia di una biblioteca e di un bibliotecario (Vienna, 1575-1608)

MOLINO, PAOLA
2017

Abstract

Alla fine del XVI secolo, l’erudito olandese Hugo Blotius tentò di realizzare a Vienna il progetto di un Museo del Genere Umano e di una Biblioteca Imperiale Universale. Assumendo per un trentennio la carica di Hofbibliothekar diede invece vita al prima nucleo della biblioteca imperiale asburgica. Qui lasciava alla sua morte un imponente archivio, fatto anzitutto di lettere, appunti, note e cataloghi. E’ questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un Impero in una fase ancora poco nota della loro storia. Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione che seppur imperiale era ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città costantemente minacciata dall’invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Come attirare l’attenzione di Rodolfo II e dei suoi consiglieri da Praga su un deposito polveroso di libri a stampa e manoscritti? Che criteri adottare per la riorganizzazione di un sapere non più soltanto veicolato attraverso le lingue tradizionali del panorama erudito europeo? E per quali pubblici concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’Imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall’allargamento dei confini del mondo, in cui i concetti di “imperiale” “universale” “pubblico” avevano un significato diverso da quello odierno, ma tuttavia con profonde ripercussioni sulla percezione che noi oggi abbiamo delle istituzioni del sapere e della loro funzione nella società.
2017
9788867288885
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