Relazione relativa all'attività di ricerca promossa nell'ambito del programma di finanziamento della Commissione Europea Prevention and fight against crime ISEC, 2012. Il progetto STOP FOR-BEG (acronimo di: againST emerging fOrms of trafficking in Italy: exPloited immigrants in the international phenomenon of FORced BEGgging), il progetto si è posto l’obiettivo di lavorare sul tema dell’accattonaggio a scopo di sfruttamento, in quanto ambito di evidenziazione del fenomeno della tratta che coinvolge persone esclusivamente di nazionalità straniera, per lo più cittadini di alcuni paesi dell’Est Europa, dell’Africa Mediterranea e Sub-Sahariana nonché di alcuni paesi asiatici, prevalentemente bengalesi. Si tratta di situazioni individuali e di gruppo che, per la loro invisibilità o più correttamente frammistione con gli altri soggetti dediti al mendicare, risultano essere particolarmente difficili da far emergere e perciò identificare in termini corretti sia dagli operatori sociali che dalle Forze dell’Ordine. Anche per questo segmento di soggetti coinvolti in situazioni di grave asservimento riconducibili a processi di tratta l’identificazione, risulta essere il passaggio propedeutico fondamentale per la predisposizione di un’efficace metodologia di intervento volta a far emergere le vittime e a contrastare le reti criminali che gestiscono lo sfruttamento di persone portatrici di vissuti assai diversi e di progetti migratori ascrivibili alla tratta, così come alla migrazione economica e anche a quella umanitaria, volendo riproporre, nei termini in cui questo è fattualmente possibile, la distinzione con cui oggi in letteratura si suddividono le principali categorie di migranti. A seguito dell’entrata nell’Unione Europea di paesi come Romania, Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e più recentemente anche della Croazia, nonché successivamente alle primavere arabe e alle crisi umanitarie complesse determinatesi in relazione agli esiti alquanto incerti sul piano politico dei cambiamenti dei regimi in questa parte del mondo soprattutto in relazione alla crescita di organizzazioni politiche riferibili all’area ideologico-religiosa dell’integralismo islamico in numerosi paesi dell’area Medio-Orientale, rispetto ai quali si assiste a fughe di massa di cittadini sia autoctoni che stranieri impiegati da anni in vari segmenti del mercato del lavoro in queste aree ai quali bisogna aggiungere i migranti provenienti dall’Africa Sub-Sahariana, e oggi in modo particolare dal Corno d’Africa e dalla Nigeria, si è registrato in Italia un aumento importante dei flussi migratori ai quali si è accompagnato un incremento delle nuove vulnerabilità coinvolte nel fenomeno dell’accattonaggio. Inoltre, riscontri investigativi anche recenti hanno evidenziato la presenza di reti criminali straniere dedite allo sfruttamento di persone in ambito di mendicità con particolare riferimento ai minori, alle persone anziane o portatrici di gravi menomazioni fisiche e/o fragilità psicologica. Pertanto, tale fenomeno, al di là delle istanze di natura securitaria che sempre più spesso vengono evidenziate ed evocate nel dibattito politico anche laddove le problematiche che l’accattonaggio in realtà solleva presentano tutt’altra natura, soprattutto nei capoluoghi di provincia del Triveneto nei quali si concentra il fenomeno del mendicare, sembra costituire, dal 2007 in poi, uno dei principali elementi di innovazione ed evoluzione della tratta di persone così come uno degli esiti delle attività collegate al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o meglio dell’inadeguatezza della risposta che i diversi sistemi degli interventi previsti a sostegno di specifiche categorie di migranti sono in grado di offrire oggi ai target di riferimento.

Report Finale Progetto STOP FOR-BEG, Contro forme emergenti di tratta in Italia: immigrati sfruttati e vittime di traffico nel fenomeno internazionale dell'accattonaggio forzato

DEGANI, PAOLA
2014

Abstract

Relazione relativa all'attività di ricerca promossa nell'ambito del programma di finanziamento della Commissione Europea Prevention and fight against crime ISEC, 2012. Il progetto STOP FOR-BEG (acronimo di: againST emerging fOrms of trafficking in Italy: exPloited immigrants in the international phenomenon of FORced BEGgging), il progetto si è posto l’obiettivo di lavorare sul tema dell’accattonaggio a scopo di sfruttamento, in quanto ambito di evidenziazione del fenomeno della tratta che coinvolge persone esclusivamente di nazionalità straniera, per lo più cittadini di alcuni paesi dell’Est Europa, dell’Africa Mediterranea e Sub-Sahariana nonché di alcuni paesi asiatici, prevalentemente bengalesi. Si tratta di situazioni individuali e di gruppo che, per la loro invisibilità o più correttamente frammistione con gli altri soggetti dediti al mendicare, risultano essere particolarmente difficili da far emergere e perciò identificare in termini corretti sia dagli operatori sociali che dalle Forze dell’Ordine. Anche per questo segmento di soggetti coinvolti in situazioni di grave asservimento riconducibili a processi di tratta l’identificazione, risulta essere il passaggio propedeutico fondamentale per la predisposizione di un’efficace metodologia di intervento volta a far emergere le vittime e a contrastare le reti criminali che gestiscono lo sfruttamento di persone portatrici di vissuti assai diversi e di progetti migratori ascrivibili alla tratta, così come alla migrazione economica e anche a quella umanitaria, volendo riproporre, nei termini in cui questo è fattualmente possibile, la distinzione con cui oggi in letteratura si suddividono le principali categorie di migranti. A seguito dell’entrata nell’Unione Europea di paesi come Romania, Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e più recentemente anche della Croazia, nonché successivamente alle primavere arabe e alle crisi umanitarie complesse determinatesi in relazione agli esiti alquanto incerti sul piano politico dei cambiamenti dei regimi in questa parte del mondo soprattutto in relazione alla crescita di organizzazioni politiche riferibili all’area ideologico-religiosa dell’integralismo islamico in numerosi paesi dell’area Medio-Orientale, rispetto ai quali si assiste a fughe di massa di cittadini sia autoctoni che stranieri impiegati da anni in vari segmenti del mercato del lavoro in queste aree ai quali bisogna aggiungere i migranti provenienti dall’Africa Sub-Sahariana, e oggi in modo particolare dal Corno d’Africa e dalla Nigeria, si è registrato in Italia un aumento importante dei flussi migratori ai quali si è accompagnato un incremento delle nuove vulnerabilità coinvolte nel fenomeno dell’accattonaggio. Inoltre, riscontri investigativi anche recenti hanno evidenziato la presenza di reti criminali straniere dedite allo sfruttamento di persone in ambito di mendicità con particolare riferimento ai minori, alle persone anziane o portatrici di gravi menomazioni fisiche e/o fragilità psicologica. Pertanto, tale fenomeno, al di là delle istanze di natura securitaria che sempre più spesso vengono evidenziate ed evocate nel dibattito politico anche laddove le problematiche che l’accattonaggio in realtà solleva presentano tutt’altra natura, soprattutto nei capoluoghi di provincia del Triveneto nei quali si concentra il fenomeno del mendicare, sembra costituire, dal 2007 in poi, uno dei principali elementi di innovazione ed evoluzione della tratta di persone così come uno degli esiti delle attività collegate al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina o meglio dell’inadeguatezza della risposta che i diversi sistemi degli interventi previsti a sostegno di specifiche categorie di migranti sono in grado di offrire oggi ai target di riferimento.
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