Il presente contributo si propone di affrontare le conseguenze della disoccupazione nell’ottica della psicologia positiva. La mancanza di lavoro può portare le persone a uno stato di disagio profondo. Il disagio psicologico non è solo una questione individuale: l’impatto negativo può estendersi all’intera famiglia danneggiando il rapporto che il disoccupato ha con gli altri e il modo di affrontare i problemi comuni. La disoccupazione comporta uno stato di abbattimento generale che produce un progressivo senso di impotenza; si crea così un circolo vizioso tra ridotte opportunità e diminuito livello di aspirazione. La letteratura sulla resilienza ha cercato con successo di individuare cosa caratterizza gli esseri umani resilienti, quali sono i fattori protettivi e i percorsi che permettono l’avvio di processi positivi quando si incontrano condizioni di vita eccezionalmente critiche o si è messi di fronte ai difficili problemi della quotidianità e la perdita del lavoro ne costituisce sicuramente un evento rilevante. L’attenzione è rivolta ai processi psicologici che, prendendo l’avvio dalle qualità resilienti, consentono la risoluzione positiva dell’evento critico o per usare le parole di Richardson (2000) consentono una “reintegrazione resiliente”. In particolare il nostro studio riguarda i costrutti di resilienza e self efficacy: verranno presentati e discussi i dati relativi ad un campione di disoccupati che si rivolgono ad un Centro per l’impiego.
Resilienza e self efficacy per affrontare la perdita del lavoro
MAERAN, ROBERTA;
2013
Abstract
Il presente contributo si propone di affrontare le conseguenze della disoccupazione nell’ottica della psicologia positiva. La mancanza di lavoro può portare le persone a uno stato di disagio profondo. Il disagio psicologico non è solo una questione individuale: l’impatto negativo può estendersi all’intera famiglia danneggiando il rapporto che il disoccupato ha con gli altri e il modo di affrontare i problemi comuni. La disoccupazione comporta uno stato di abbattimento generale che produce un progressivo senso di impotenza; si crea così un circolo vizioso tra ridotte opportunità e diminuito livello di aspirazione. La letteratura sulla resilienza ha cercato con successo di individuare cosa caratterizza gli esseri umani resilienti, quali sono i fattori protettivi e i percorsi che permettono l’avvio di processi positivi quando si incontrano condizioni di vita eccezionalmente critiche o si è messi di fronte ai difficili problemi della quotidianità e la perdita del lavoro ne costituisce sicuramente un evento rilevante. L’attenzione è rivolta ai processi psicologici che, prendendo l’avvio dalle qualità resilienti, consentono la risoluzione positiva dell’evento critico o per usare le parole di Richardson (2000) consentono una “reintegrazione resiliente”. In particolare il nostro studio riguarda i costrutti di resilienza e self efficacy: verranno presentati e discussi i dati relativi ad un campione di disoccupati che si rivolgono ad un Centro per l’impiego.Pubblicazioni consigliate
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