Nonostante la lunga crisi economica, rimangono limitate le ricerche che indagano le sue implicazioni nelle prospettive di vita e di lavoro degli individui. Il volume si propone di contribuire a ridurre tale vuoto conoscitivo a partire da un archivio di 170 interviste in profondità e 435 brevi interviste telefoniche a migranti disoccupati. I saggi di Bruno Anastasia, Vanessa Azzeruoli, Maurizio Gambuzza, Graziano Merotto, Maurizio Rasera, Marco Semenzin e dei curatori ricostruiscono i percorsi migratori e lavorativi, le strategie di risposta alla perdita di occupazione, le modalità di reperimento di un lavoro e di un reddito e, infine, la ridefinizione dei progetti migratori. L'allargamento della precarietà occupazionale, abitativa e finanche esistenziale generato dalla crisi rappresenta un grave declino nelle traiettorie di vita delle donne e degli uomini migranti. Il quadro complessivo che emerge è, infatti, quello della diffusione della figura del lavoratore povero occupato in mansioni generiche. La crisi economica opprime l’individualità e produce ulteriore frammentazione dei percorsi lavorativi. Tuttavia non mancano i tentativi, in particolare delle donne migranti, di smarcarsi da un destino apparentemente ineluttabile di confinamento nell’ambito familiare oppure in mansioni banalizzate a salario da indigenza.
Navigando a vista. Migranti nella crisi economica tra lavoro e disoccupazione
SACCHETTO, DEVI;VIANELLO, FRANCESCA
2013
Abstract
Nonostante la lunga crisi economica, rimangono limitate le ricerche che indagano le sue implicazioni nelle prospettive di vita e di lavoro degli individui. Il volume si propone di contribuire a ridurre tale vuoto conoscitivo a partire da un archivio di 170 interviste in profondità e 435 brevi interviste telefoniche a migranti disoccupati. I saggi di Bruno Anastasia, Vanessa Azzeruoli, Maurizio Gambuzza, Graziano Merotto, Maurizio Rasera, Marco Semenzin e dei curatori ricostruiscono i percorsi migratori e lavorativi, le strategie di risposta alla perdita di occupazione, le modalità di reperimento di un lavoro e di un reddito e, infine, la ridefinizione dei progetti migratori. L'allargamento della precarietà occupazionale, abitativa e finanche esistenziale generato dalla crisi rappresenta un grave declino nelle traiettorie di vita delle donne e degli uomini migranti. Il quadro complessivo che emerge è, infatti, quello della diffusione della figura del lavoratore povero occupato in mansioni generiche. La crisi economica opprime l’individualità e produce ulteriore frammentazione dei percorsi lavorativi. Tuttavia non mancano i tentativi, in particolare delle donne migranti, di smarcarsi da un destino apparentemente ineluttabile di confinamento nell’ambito familiare oppure in mansioni banalizzate a salario da indigenza.Pubblicazioni consigliate
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