Una dirompente “visione” del teatro dalla Venezia di fine Settecento, che travolge inossidabili luoghi comuni, parvenze vane della storia: questo è il «Ragionamento ingenuo», oggi disvelato nel suo travaglio compositivo e nel suo spessore critico. Tutt’altro che liquidabile con le consuete categorie del conservatorismo controriformatore, programmaticamente agli antipodi dalle «false in parte, in parte muffate, e in tutto pedantesche» teorie del suo tempo, quella di Carlo Gozzi si rivela infatti una visione inedita, limpida, del fare teatrale, insistentemente ricondotto alle sue coordinate produttive e alle dinamiche che ne disciplinano la varietà repertoriale, in un approccio sistemico intriso di forti umori etico-politici. Intento a smascherare le «imprudenti insidie» di quelli che – con una formulazione ossimorica straordinariamente acuta – può definire i «ciechi alluminati», il Solitario trasforma la riflessione sul fenomeno teatrale in una riflessione a più ampio raggio sulla società di cui quel fenomeno è espressione. La lucidità diagnostica con cui disamina la storia del teatro italiano ed europeo si viene così intrecciando all’acutezza con cui notomizza le magnifiche sorti e progressive delle lumières. E l«’ingenuità» si rivela come lo strumento più adatto a demistificare un mondo che ha eletto l’impostura a suo nume tutelare.
Ragionamento ingenuo. Dai "preamboli" all'«Appendice». Scritti di teoria teatrale
SCANNAPIECO, ANNA
2013
Abstract
Una dirompente “visione” del teatro dalla Venezia di fine Settecento, che travolge inossidabili luoghi comuni, parvenze vane della storia: questo è il «Ragionamento ingenuo», oggi disvelato nel suo travaglio compositivo e nel suo spessore critico. Tutt’altro che liquidabile con le consuete categorie del conservatorismo controriformatore, programmaticamente agli antipodi dalle «false in parte, in parte muffate, e in tutto pedantesche» teorie del suo tempo, quella di Carlo Gozzi si rivela infatti una visione inedita, limpida, del fare teatrale, insistentemente ricondotto alle sue coordinate produttive e alle dinamiche che ne disciplinano la varietà repertoriale, in un approccio sistemico intriso di forti umori etico-politici. Intento a smascherare le «imprudenti insidie» di quelli che – con una formulazione ossimorica straordinariamente acuta – può definire i «ciechi alluminati», il Solitario trasforma la riflessione sul fenomeno teatrale in una riflessione a più ampio raggio sulla società di cui quel fenomeno è espressione. La lucidità diagnostica con cui disamina la storia del teatro italiano ed europeo si viene così intrecciando all’acutezza con cui notomizza le magnifiche sorti e progressive delle lumières. E l«’ingenuità» si rivela come lo strumento più adatto a demistificare un mondo che ha eletto l’impostura a suo nume tutelare.Pubblicazioni consigliate
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