Nell’ambito del “Progetto di studio sulle ambre e i materiali vetrosi protostorici della Valle dell’Adige nel quadro delle coeve produzioni dell’Italia del nord” (Ufficio Beni Archeologici di Trento, Sezione di Mineralogia del C.N.R. e Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Milano), sono in corso una serie di analisi che riguardano oggetti d’ornamento in materiali vetrosi e ambra provenienti della Valle dell’Adige e da altre località italiane. In questa sede vengono presentati i risultati preliminari delle indagini su materiali ritenuti in ambra e provenienti dal Trentino (Vela Valbusa e “torbiera tra Cles e Tuenno”), dall’Emila (Bismantova) e della Puglia (Grotta Manaccora e Coppa Nevigata). Sotto l’aspetto archeologico la relazione verte sul presumibile ruolo della Valle dell’Adige nell’ambito delle cosiddette “vie dell’ambra”. Nello studio dell’ambra la spettroscopia infrarossa è una delle tecniche più diffuse in quanto consente una rapida identificazione del tipo di materiale e, per alcune classi di ambre, anche dell’area di provenienza. Nel presente lavoro sono state effettuate analisi FTIR in trasmissione e in riflettanza diffusa (DRIFT) di campioni standard di ambre, allo scopo di verificare l’attendibilità e il possibile utilizzo di quest’ultima tecnica d’indagine per la creazione di un database che risulti confrontabile con gli studi FTIR già presenti in letteratura. L’utilizzo dell’analisi DRIFT presenta alcuni notevoli vantaggi quali: analisi microdisturttive, rapidità nella preparazione del campione e minor problema di assorbimenti di umidità. I reperti, studiati con DRIFT, si sono rivelati quasi sempre costituiti da Succinite, tranne due campioni d’ambra di diversa origine (ancora incognita) quali il vago tipo “Tirinto” di Bismantova e il frammento di Coppa Nevigata. Particolare il caso del reperto di Vela Valbusa, sempre considerato d’ambra, che in realtà è Lignite.

Progetto "Ambre e materiali vetrosi protostorici della Valle dell'Adige nel quadro delle coeve attestazioni dell'Italia del Nord". Primi risultati sulle ambre

ANGELINI, IVANA;ARTIOLI, GILBERTO;
2005

Abstract

Nell’ambito del “Progetto di studio sulle ambre e i materiali vetrosi protostorici della Valle dell’Adige nel quadro delle coeve produzioni dell’Italia del nord” (Ufficio Beni Archeologici di Trento, Sezione di Mineralogia del C.N.R. e Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Milano), sono in corso una serie di analisi che riguardano oggetti d’ornamento in materiali vetrosi e ambra provenienti della Valle dell’Adige e da altre località italiane. In questa sede vengono presentati i risultati preliminari delle indagini su materiali ritenuti in ambra e provenienti dal Trentino (Vela Valbusa e “torbiera tra Cles e Tuenno”), dall’Emila (Bismantova) e della Puglia (Grotta Manaccora e Coppa Nevigata). Sotto l’aspetto archeologico la relazione verte sul presumibile ruolo della Valle dell’Adige nell’ambito delle cosiddette “vie dell’ambra”. Nello studio dell’ambra la spettroscopia infrarossa è una delle tecniche più diffuse in quanto consente una rapida identificazione del tipo di materiale e, per alcune classi di ambre, anche dell’area di provenienza. Nel presente lavoro sono state effettuate analisi FTIR in trasmissione e in riflettanza diffusa (DRIFT) di campioni standard di ambre, allo scopo di verificare l’attendibilità e il possibile utilizzo di quest’ultima tecnica d’indagine per la creazione di un database che risulti confrontabile con gli studi FTIR già presenti in letteratura. L’utilizzo dell’analisi DRIFT presenta alcuni notevoli vantaggi quali: analisi microdisturttive, rapidità nella preparazione del campione e minor problema di assorbimenti di umidità. I reperti, studiati con DRIFT, si sono rivelati quasi sempre costituiti da Succinite, tranne due campioni d’ambra di diversa origine (ancora incognita) quali il vago tipo “Tirinto” di Bismantova e il frammento di Coppa Nevigata. Particolare il caso del reperto di Vela Valbusa, sempre considerato d’ambra, che in realtà è Lignite.
2005
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