Gli autori propongono alcune riflessioni sul concetto di ritmo a partire dalla prima forma di cui se ne fa esperienza: il ritmo cardiaco materno nella vita fetale. Esso viene inteso come elemento che struttura una forma primitiva di rassicurante regolarità e se ne descrivono manifestazioni ed implicazioni in alcuni contesti di vita: le prime interazioni che, messe a ritmo dalla madre, acquisiscono un senso, anche psichico, per il bambino; l'ascolto musicale, di cui il ritmo incarna il polo fusionale nella complessiva esperienza transizionale; infine l'evidenza clinica, in cui il ritmo si ripropone come aspetto rassicurante della temporalità analitica e come manifestazione sia di caratteristiche distintive dello specifico paziente, sia della “dimensione musicale” del transfert a cui l'analista presta un ascolto “musicalmente orientato”.

In principio era la voce femminile

NICOLINI, CHIARA;
2010

Abstract

Gli autori propongono alcune riflessioni sul concetto di ritmo a partire dalla prima forma di cui se ne fa esperienza: il ritmo cardiaco materno nella vita fetale. Esso viene inteso come elemento che struttura una forma primitiva di rassicurante regolarità e se ne descrivono manifestazioni ed implicazioni in alcuni contesti di vita: le prime interazioni che, messe a ritmo dalla madre, acquisiscono un senso, anche psichico, per il bambino; l'ascolto musicale, di cui il ritmo incarna il polo fusionale nella complessiva esperienza transizionale; infine l'evidenza clinica, in cui il ritmo si ripropone come aspetto rassicurante della temporalità analitica e come manifestazione sia di caratteristiche distintive dello specifico paziente, sia della “dimensione musicale” del transfert a cui l'analista presta un ascolto “musicalmente orientato”.
2010
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