L’inesorabile incedere dell’interdipendenza planetaria rende sempre più impellente il compito degli stati e delle organizzazioni internazionali inteso a garantire sicurezza dentro e fuori i confini nazionali. La tendenza è ad allargare lo «spazio» da nazionale a internazionale e a concepire la sicurezza come multidimensionale per il soddisfacimento dei bisogni umani, assunti come esigenze prioritarie rispetto a quelle degli stati. Il vecchio concetto di sicurezza nazionale deve oggi confrontarsi con il nuovo concetto di sicurezza umana coltivato in seno alle Nazioni Unite che mette al centro i diritti fondamentali della persona e dei popoli e pone le premesse per un superamento della tradizionale politica di potenza. Muovendo dalla constatazione che l’UE si presenta sulla scena mondiale come un «attore civile» che usa risorse di soft-power per realizzare gli obiettivi dell’agenda della sicurezza umana, il volume indaga sulla complessa architettura istituzionale della Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) dell’Unione Europea quali definite dal Trattato di Lisbona nel contesto di un considerevole patrimonio istituzionale e normativo di governance sopranazionale. Un’attenzione particolare è posta sulle relazioni dell’UE con la NATO e con le Nazioni Unite, sulle missioni militari e civili dispiegate dall’UE a partire dal 2003, nonchè sul dialogo politico e sul dialogo sui diritti umani che l’UE conduce con paesi terzi e gruppi regionali e sulla partecipazione delle organizzazioni della società civile in alcuni settori chiave della PESC/PSDC.
Obiettivo sicurezza umana per la politica estera dell'Unione Europea
MASCIA, MARCO
2010
Abstract
L’inesorabile incedere dell’interdipendenza planetaria rende sempre più impellente il compito degli stati e delle organizzazioni internazionali inteso a garantire sicurezza dentro e fuori i confini nazionali. La tendenza è ad allargare lo «spazio» da nazionale a internazionale e a concepire la sicurezza come multidimensionale per il soddisfacimento dei bisogni umani, assunti come esigenze prioritarie rispetto a quelle degli stati. Il vecchio concetto di sicurezza nazionale deve oggi confrontarsi con il nuovo concetto di sicurezza umana coltivato in seno alle Nazioni Unite che mette al centro i diritti fondamentali della persona e dei popoli e pone le premesse per un superamento della tradizionale politica di potenza. Muovendo dalla constatazione che l’UE si presenta sulla scena mondiale come un «attore civile» che usa risorse di soft-power per realizzare gli obiettivi dell’agenda della sicurezza umana, il volume indaga sulla complessa architettura istituzionale della Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e della Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) dell’Unione Europea quali definite dal Trattato di Lisbona nel contesto di un considerevole patrimonio istituzionale e normativo di governance sopranazionale. Un’attenzione particolare è posta sulle relazioni dell’UE con la NATO e con le Nazioni Unite, sulle missioni militari e civili dispiegate dall’UE a partire dal 2003, nonchè sul dialogo politico e sul dialogo sui diritti umani che l’UE conduce con paesi terzi e gruppi regionali e sulla partecipazione delle organizzazioni della società civile in alcuni settori chiave della PESC/PSDC.Pubblicazioni consigliate
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