Con quest'edizione critica in sette volumi per complessive quasi seimila pagine (il primo volume contiene anche un serie di testi introduttivi e un dettagliato indice dei nomi e dei luoghi) sono stati resi accessibili i diari e i "foglietti" del cardinale e arcivescovo di Praga Ernst Adalbert von Harrach (1598-1667), una delle principali testimonianze autobiografiche prodotte in Europa centrale (e più in generale nell'area di lingua tedesca) in età moderna. Grazie alla loro multidimensionalità e alla ricchezza di contenuti sono stati paragonati ai principali testi autobiografici dell'epoca, come il diario di Samuel Pepys, le lettere di Lieselotte von der Pfalz o le memorie del cardinale de Retz. Le 54 annate che si sono conservate, per metà in italiano e per metà in tedesco, rappresentano una fonta finora quasi del tutto sconosciuta, benché sia di grande interesse non solo per gli storici che si occupano della ricattolicizzazione della Boemia. Presenta infatti un indubbio interesse anche per italianisti (27 annate del diario sono conservate in italiano), germanisti, storici della lingua e della letteratura, e molte annotazioni sono di grande importanza anche per gli storici dell'arte, del teatro e della musica, così come per gli storici della medicina, del folclore e del clima. Le 54 annate che si sono conservate di questi testi autobiografici rappresentano non soltanto una fonte importante per la storia della monarchia asburgica nel corso dei regni di Ferdinando II e Ferdinando III, scarsamente studiati negli ultimi decenni, ma anche, proprio per la loro ampiezza e il vasto spettro di informazioni che contengono, costituiscono anche una fonte importante che oltrepassa tutta l'Europa centrale. Questi diari documentano infatti in modo estremamente dettagliato oltre il cammino e l’ambiente di vita di un nobile, anche il suo articolato sistema di scambio delle informazioni che si è stabilito nel Seicento entro un ampio circolo di amici e parenti tra Vienna, Praga e Roma. Ed era il cardinale Harrach che si ripropone infatti come una sorta di mediatore nell’interno di questa rete. Il testo per altro non contiene esclusivamente notizie su una singola persona in funzione, sul suo ruolo ecclesiastico, sul contesto familiare e sulla società aristocratica dei paesi ereditari degli Asburgo, ma anche notizie sulla politica europea e sulle trasformazioni sociali e culturali all'interno della monarchia asburgica, così come anche sulle influenze culturali italiane e sugli ostacoli e successi della controriforma e della "pietas austriaca" tra il 1630 e il 1667. L'edizione, risultato di un'attività di ricerca pluriennale, è stata portata a termine grazie al progetto di ricerca triennale “Die Tagebücher und Tagzettel des Kardinals Ernst Adalbert von Harrach (1598-1667). Edition und Kommentar”, realizzato presso l’Institut für Österreichische Geschichtsforschung dell’Università di Vienna e finanziato dal Fond zur Förderung der wissenschaftlichen Forschung.
Die Diarien und Tagzettel des Kardinals Ernst Adalbert von Harrach (1598-1667)
CATALANO, ALESSANDRO;
2010
Abstract
Con quest'edizione critica in sette volumi per complessive quasi seimila pagine (il primo volume contiene anche un serie di testi introduttivi e un dettagliato indice dei nomi e dei luoghi) sono stati resi accessibili i diari e i "foglietti" del cardinale e arcivescovo di Praga Ernst Adalbert von Harrach (1598-1667), una delle principali testimonianze autobiografiche prodotte in Europa centrale (e più in generale nell'area di lingua tedesca) in età moderna. Grazie alla loro multidimensionalità e alla ricchezza di contenuti sono stati paragonati ai principali testi autobiografici dell'epoca, come il diario di Samuel Pepys, le lettere di Lieselotte von der Pfalz o le memorie del cardinale de Retz. Le 54 annate che si sono conservate, per metà in italiano e per metà in tedesco, rappresentano una fonta finora quasi del tutto sconosciuta, benché sia di grande interesse non solo per gli storici che si occupano della ricattolicizzazione della Boemia. Presenta infatti un indubbio interesse anche per italianisti (27 annate del diario sono conservate in italiano), germanisti, storici della lingua e della letteratura, e molte annotazioni sono di grande importanza anche per gli storici dell'arte, del teatro e della musica, così come per gli storici della medicina, del folclore e del clima. Le 54 annate che si sono conservate di questi testi autobiografici rappresentano non soltanto una fonte importante per la storia della monarchia asburgica nel corso dei regni di Ferdinando II e Ferdinando III, scarsamente studiati negli ultimi decenni, ma anche, proprio per la loro ampiezza e il vasto spettro di informazioni che contengono, costituiscono anche una fonte importante che oltrepassa tutta l'Europa centrale. Questi diari documentano infatti in modo estremamente dettagliato oltre il cammino e l’ambiente di vita di un nobile, anche il suo articolato sistema di scambio delle informazioni che si è stabilito nel Seicento entro un ampio circolo di amici e parenti tra Vienna, Praga e Roma. Ed era il cardinale Harrach che si ripropone infatti come una sorta di mediatore nell’interno di questa rete. Il testo per altro non contiene esclusivamente notizie su una singola persona in funzione, sul suo ruolo ecclesiastico, sul contesto familiare e sulla società aristocratica dei paesi ereditari degli Asburgo, ma anche notizie sulla politica europea e sulle trasformazioni sociali e culturali all'interno della monarchia asburgica, così come anche sulle influenze culturali italiane e sugli ostacoli e successi della controriforma e della "pietas austriaca" tra il 1630 e il 1667. L'edizione, risultato di un'attività di ricerca pluriennale, è stata portata a termine grazie al progetto di ricerca triennale “Die Tagebücher und Tagzettel des Kardinals Ernst Adalbert von Harrach (1598-1667). Edition und Kommentar”, realizzato presso l’Institut für Österreichische Geschichtsforschung dell’Università di Vienna e finanziato dal Fond zur Förderung der wissenschaftlichen Forschung.Pubblicazioni consigliate
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