Manifesto antinormativo indirizzato all'Arcadia contro la nozione di gusto esclusivo, il Saggio sulla filosfia del gusto di Melchiorre Cesarotti traccia un autoritratto del critico e del traduttore, in cui si rileggono origine, storia e fini dell'Accademia romana nel segno dell'apertura verso i moderni. L'emergente gusto preromantico viene a conciliarsi qui con il canone razionalistico della convenienza, secondo implicite coordinate teoriche, trascelte nel dibattito europeo. Gli echi dell'estetica della fruizione di Du Bos, della nozione di sublime di Burke filtrata attraverso l'esposizione di Helvetius, dello statuto del genio secondo Rousseau, del nesso vichiano tra poesia e barbarie si combinano con le rielaborazioni ispirate da Hume e dagli enciclopedisti francesi. Il giudizio di gusto, permanendo nell'oscillazione tra ragione e sentimento, si sottopone alla depurazione baconiana dagli idola fino a farsi antidoto al pregiudizio e alla superstizione. Emerge così l'istanza morale che configura il dominio di un'etica del gusto in cui la figura del lettore incontra quella dell'autore.

Commento al Saggio sulla filosofia del gusto, in Melchiorre Cesarotti, Saggio sulla filosofia del gusto, a cura di Romana Bassi

BASSI, ROMANA
2010

Abstract

Manifesto antinormativo indirizzato all'Arcadia contro la nozione di gusto esclusivo, il Saggio sulla filosfia del gusto di Melchiorre Cesarotti traccia un autoritratto del critico e del traduttore, in cui si rileggono origine, storia e fini dell'Accademia romana nel segno dell'apertura verso i moderni. L'emergente gusto preromantico viene a conciliarsi qui con il canone razionalistico della convenienza, secondo implicite coordinate teoriche, trascelte nel dibattito europeo. Gli echi dell'estetica della fruizione di Du Bos, della nozione di sublime di Burke filtrata attraverso l'esposizione di Helvetius, dello statuto del genio secondo Rousseau, del nesso vichiano tra poesia e barbarie si combinano con le rielaborazioni ispirate da Hume e dagli enciclopedisti francesi. Il giudizio di gusto, permanendo nell'oscillazione tra ragione e sentimento, si sottopone alla depurazione baconiana dagli idola fino a farsi antidoto al pregiudizio e alla superstizione. Emerge così l'istanza morale che configura il dominio di un'etica del gusto in cui la figura del lettore incontra quella dell'autore.
2010
9788831707374
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