L’autrice del saggio si occupa di tecniche innovative per l’apprendimento della lingua tedesca in Italia e ha potuto realmente sperimentare varie tecniche in diversi tipi di scuola secondaria (in possesso di più abilitazioni, anche tramite concorso nazionale). Per questo motivo viene chiamata ogni anno dall’Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere (ANILS) per una conferenza e a pubblicare sulla rivista “Scuola e Lingue Moderne”. Nel saggio si parla di una nuova disciplina, quasi del tutto trascurata in Italia per quanto riguarda l’apprendimento delle lingue, il ‘transfer del sapere’ (1) – definizione nata durante i ‘Kolloquien’ di Goettingen da parte di Gert Antos; l’obiettivo è di esplorare e teorizzare l’infrastruttura sociale, mediale e linguistica del transfer del sapere e in modo particolare di approfondire la comunicazione del sapere sotto un punto di vista interdisciplinare, per ottenere e garantire il risultato migliore. Il termine deriva dall’inglese dove viene fatto esplicitamente il riferimento a garantire un aspetto positivo nel trasferimento del sapere dalla madrelingua alla lingua di apprendimento. In questa nuova disciplina convergono i vari aspetti di apprendimento e un ruolo importante giocano le capacità comunicative di chi effettua il transfer: il sapere che si vuole trasmettere va segmentato in criteri di classificazione che vanno poi collegati come si trattasse di una website con i vari links che necessariamente devono includere anche le modalità e i tempi di valutazione, il continuo feed-back con il gruppo destinatario e, come punto di basse, la motivazione che gioca un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento. Questa nuova scienza dunque implica innanzitutto la capacità di flessibilità di chi effettua il transfer. Dal punto di vista attuale e per le varie ricerche effettuate sul campo del transfer delle lingue, in modo particolare per la lingua tedesca, ma altrettanto per la lingua inglese, i libri di testo maggiormente in uso sono troppo statici; sembra che il nuovo remake a colori e immagini cambi il contenuto, ma il transfer avviene in modo tradizionale, proponendo la grammatica in modo progressivo e non legato a testi autentici. I libri di testo sono fonte di demotivazione e portano a pseudo-comunicazione, come afferma un famoso linguista tedesco, soprattutto per i libri di testo destinati all’apprendimento della lingua inglese (2). Dovrebbe essere un importante obiettivo di tutti, esperti del settore e non, innovare il ‘transfer’ per l’apprendimento delle lingue, per permettere che gli apprendenti possano competere in pieno con i loro colleghi internazionali. L’apprendimento con transfer innovativo e sperimentale ha mostrato sorprendenti risultati, svelando inaspettate capacità linguistiche nei soggetti di madre lingua italiana. (1) Si opta in italiano per la forma inglese ‘transfer’ per distinguere dalla definizione ‘transfer’, usata in psicanalisi, come da suggerimento di Gianfranco Porcelli (2) Butzkamm, Wolfgang (2007), “Schwache Englischleistungen – woran liegt’s? Glanz und Elend der Schule oder die Wirklichkeit des Fremdsprachenschuelers”, in ‘Zeitschrift fuer interkulturellen Fremdsprachenunterricht’, 12, 1, 17pp.

L’importanza del ‘Transfer del sapere’ per l’apprendimento delle lingue straniere,in “Scuola e Lingue Moderne”, Anno XLVII, 6-7: 52-55.

WINKLER PEGORARO, DAGMAR
2009

Abstract

L’autrice del saggio si occupa di tecniche innovative per l’apprendimento della lingua tedesca in Italia e ha potuto realmente sperimentare varie tecniche in diversi tipi di scuola secondaria (in possesso di più abilitazioni, anche tramite concorso nazionale). Per questo motivo viene chiamata ogni anno dall’Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere (ANILS) per una conferenza e a pubblicare sulla rivista “Scuola e Lingue Moderne”. Nel saggio si parla di una nuova disciplina, quasi del tutto trascurata in Italia per quanto riguarda l’apprendimento delle lingue, il ‘transfer del sapere’ (1) – definizione nata durante i ‘Kolloquien’ di Goettingen da parte di Gert Antos; l’obiettivo è di esplorare e teorizzare l’infrastruttura sociale, mediale e linguistica del transfer del sapere e in modo particolare di approfondire la comunicazione del sapere sotto un punto di vista interdisciplinare, per ottenere e garantire il risultato migliore. Il termine deriva dall’inglese dove viene fatto esplicitamente il riferimento a garantire un aspetto positivo nel trasferimento del sapere dalla madrelingua alla lingua di apprendimento. In questa nuova disciplina convergono i vari aspetti di apprendimento e un ruolo importante giocano le capacità comunicative di chi effettua il transfer: il sapere che si vuole trasmettere va segmentato in criteri di classificazione che vanno poi collegati come si trattasse di una website con i vari links che necessariamente devono includere anche le modalità e i tempi di valutazione, il continuo feed-back con il gruppo destinatario e, come punto di basse, la motivazione che gioca un ruolo fondamentale nel processo di apprendimento. Questa nuova scienza dunque implica innanzitutto la capacità di flessibilità di chi effettua il transfer. Dal punto di vista attuale e per le varie ricerche effettuate sul campo del transfer delle lingue, in modo particolare per la lingua tedesca, ma altrettanto per la lingua inglese, i libri di testo maggiormente in uso sono troppo statici; sembra che il nuovo remake a colori e immagini cambi il contenuto, ma il transfer avviene in modo tradizionale, proponendo la grammatica in modo progressivo e non legato a testi autentici. I libri di testo sono fonte di demotivazione e portano a pseudo-comunicazione, come afferma un famoso linguista tedesco, soprattutto per i libri di testo destinati all’apprendimento della lingua inglese (2). Dovrebbe essere un importante obiettivo di tutti, esperti del settore e non, innovare il ‘transfer’ per l’apprendimento delle lingue, per permettere che gli apprendenti possano competere in pieno con i loro colleghi internazionali. L’apprendimento con transfer innovativo e sperimentale ha mostrato sorprendenti risultati, svelando inaspettate capacità linguistiche nei soggetti di madre lingua italiana. (1) Si opta in italiano per la forma inglese ‘transfer’ per distinguere dalla definizione ‘transfer’, usata in psicanalisi, come da suggerimento di Gianfranco Porcelli (2) Butzkamm, Wolfgang (2007), “Schwache Englischleistungen – woran liegt’s? Glanz und Elend der Schule oder die Wirklichkeit des Fremdsprachenschuelers”, in ‘Zeitschrift fuer interkulturellen Fremdsprachenunterricht’, 12, 1, 17pp.
2009
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