Il volume prospetta l’educazione delle competenze linguistiche come una difficile sfida, resa ancor più complessa dai repentini cambiamenti in atto nel sistema linguistico del nostro Paese. Preoccupa in particolare il diffondersi fra i ragazzi di un’insidiosa inerzia linguistica, dietro la quale si temono inerzie di pensiero. La sfida non consiste nel far acquisire la sola padronanza strumentale del codice, ma nell’educare gli allievi ad una lingua agile, puntuale, aderente alle situazioni: renderli dunque competenti negli ambienti di vita e non a prescindere da questi. Va riconosciuto ai Programmi per la scuola elementare del 1985 il merito di aver delineato nuove coordinate di riferimento per l’educazione linguistica, chiamandone in causa le implicazioni cognitive e metacognitive. Le Indicazioni Nazionali per il curricolo riprendono molti dei temi dei Programmi del 1985, ma presentano anche rilevanti novità, prima fra tutte un più stretto rapporto tra forme orali e scritte della lingua e il rilievo assegnato ai generi testuali. Le competenze linguistiche attese al termine del primo ciclo dell’istruzione riguardano una serie di obiettivi complessi, la cui padronanza da parte degli allievi richiede agli insegnanti una didattica per competenze, dove i saperi disciplinari sono acquisiti nell’ambito di compiti dotati di autenticità, sia in quanto attinenti situazioni reali, sia perché rispondenti ad esigenze formative degli alunni. Fra le competenze principali: la comprensione e la produzione di testi scritti, le abilità di studio e l'attitudine alla fruizione estetica dei testi letterari. A queste competenze linguistiche, il volume dedica una serie approfondita di studi e ricerche recenti.

Costruire le competenze linguistiche

CISOTTO, LERIDA
2007

Abstract

Il volume prospetta l’educazione delle competenze linguistiche come una difficile sfida, resa ancor più complessa dai repentini cambiamenti in atto nel sistema linguistico del nostro Paese. Preoccupa in particolare il diffondersi fra i ragazzi di un’insidiosa inerzia linguistica, dietro la quale si temono inerzie di pensiero. La sfida non consiste nel far acquisire la sola padronanza strumentale del codice, ma nell’educare gli allievi ad una lingua agile, puntuale, aderente alle situazioni: renderli dunque competenti negli ambienti di vita e non a prescindere da questi. Va riconosciuto ai Programmi per la scuola elementare del 1985 il merito di aver delineato nuove coordinate di riferimento per l’educazione linguistica, chiamandone in causa le implicazioni cognitive e metacognitive. Le Indicazioni Nazionali per il curricolo riprendono molti dei temi dei Programmi del 1985, ma presentano anche rilevanti novità, prima fra tutte un più stretto rapporto tra forme orali e scritte della lingua e il rilievo assegnato ai generi testuali. Le competenze linguistiche attese al termine del primo ciclo dell’istruzione riguardano una serie di obiettivi complessi, la cui padronanza da parte degli allievi richiede agli insegnanti una didattica per competenze, dove i saperi disciplinari sono acquisiti nell’ambito di compiti dotati di autenticità, sia in quanto attinenti situazioni reali, sia perché rispondenti ad esigenze formative degli alunni. Fra le competenze principali: la comprensione e la produzione di testi scritti, le abilità di studio e l'attitudine alla fruizione estetica dei testi letterari. A queste competenze linguistiche, il volume dedica una serie approfondita di studi e ricerche recenti.
2007
9788882324759
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