Quella del silenzio della Pubblica Amministrazione è figura enigmatica, emersa lentamente e gradualmente dal buio normativo per opera della giurisprudenza del Consiglio di Stato, trovatasi di fronte alla lesione di un interesse del privato cittadino non già per un atto amministrativo ma per l'inerzia silenziosa del pubblico amministratore, e sostenuta dalla dottrina, che ha percepito l'innaturale sproporzione determinata dalla asimmetria del rapporto Pubblico/Privato. Nella prima parte del saggio, si segue l'evolversi della difficile argomentazione mediante la quale si è andato riconoscendo all'omissione della Pubblica Amministrazione il significato di provvedimento amministrativo, a partire dalla figura del silenzio-rigetto a quella del silenzio-rifiuto, al silenzio-assenso o accoglimento, al più silenzioso dei silenzi: il silenzio-inadempimento. Perché non si può dimenticare che «il silenzio normalmente in sè è neutro ed incolore, anzi non è nulla». La seconda parte del saggio è dedicata all'analisi dell'impatto che la Legge 7 agosto 1990, n. 241, ha avuto sull'esperienza giuridica italiana, con l'introduzione di regole e principi destinati a rivoluzionare il rapporto adusato tra pubblica amministrazione e cittadino. Facendo in particolare leva sul disposto dell'art. 2, che prevede per l'amministrazione, una volta iniziato il procedimento, «il dovere di concluderlo mediante l'adozione di un provvedimento espresso», e dell'art. 20, che nel caso di silenzio dell'amministrazione prevede di ritenerne sussistente l'assenso. Senza contare che l'art. 19, consentendo al cittadino la possibilità di iniziare un'attività di pubblica rilevanza, senza che questa venga subordinata ad un intervento di tipo autorizzativo da parte dell'amministrazione ma semplicemente a seguito di una denuncia fatta dall'interessato, configura un'altra forma, a_tecnica, di silenzio giuridicamente rilevante. Con l'aporetica conclusione che il silenzio, da patologia, sembra essere divenuto, per paradosso, forma fisiologica di comunicazione del privato col pubblico.
Il Silenzio della Pubblica Amministrazione. Il paradosso del silenzio come forma di comunicazione tra Privato e Pubblico
TASSO, TORQUATO GIORDANO
2004
Abstract
Quella del silenzio della Pubblica Amministrazione è figura enigmatica, emersa lentamente e gradualmente dal buio normativo per opera della giurisprudenza del Consiglio di Stato, trovatasi di fronte alla lesione di un interesse del privato cittadino non già per un atto amministrativo ma per l'inerzia silenziosa del pubblico amministratore, e sostenuta dalla dottrina, che ha percepito l'innaturale sproporzione determinata dalla asimmetria del rapporto Pubblico/Privato. Nella prima parte del saggio, si segue l'evolversi della difficile argomentazione mediante la quale si è andato riconoscendo all'omissione della Pubblica Amministrazione il significato di provvedimento amministrativo, a partire dalla figura del silenzio-rigetto a quella del silenzio-rifiuto, al silenzio-assenso o accoglimento, al più silenzioso dei silenzi: il silenzio-inadempimento. Perché non si può dimenticare che «il silenzio normalmente in sè è neutro ed incolore, anzi non è nulla». La seconda parte del saggio è dedicata all'analisi dell'impatto che la Legge 7 agosto 1990, n. 241, ha avuto sull'esperienza giuridica italiana, con l'introduzione di regole e principi destinati a rivoluzionare il rapporto adusato tra pubblica amministrazione e cittadino. Facendo in particolare leva sul disposto dell'art. 2, che prevede per l'amministrazione, una volta iniziato il procedimento, «il dovere di concluderlo mediante l'adozione di un provvedimento espresso», e dell'art. 20, che nel caso di silenzio dell'amministrazione prevede di ritenerne sussistente l'assenso. Senza contare che l'art. 19, consentendo al cittadino la possibilità di iniziare un'attività di pubblica rilevanza, senza che questa venga subordinata ad un intervento di tipo autorizzativo da parte dell'amministrazione ma semplicemente a seguito di una denuncia fatta dall'interessato, configura un'altra forma, a_tecnica, di silenzio giuridicamente rilevante. Con l'aporetica conclusione che il silenzio, da patologia, sembra essere divenuto, per paradosso, forma fisiologica di comunicazione del privato col pubblico.Pubblicazioni consigliate
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