Il volume comprende, oltre al Prologo e all'Epilogo, due saggi centrali (‘Homo sacer e arcana imperii’ e ‘In tema di iustitium’), nei quali l’autore ripercorre criticamente le tesi del filosofo Giorgio Agamben sulla giuridicità contemporanea, esposte soprattutto in ‘Stato di eccezione’ e ‘Homo sacer. Potere sovrano e nuda vita'. In ‘Homo sacer e arcana imperii’, in particolare, dopo l’analisi dei tratti specifici della figura arcaica dell’homo sacer, dei casi di sacertà – con riguardo anche alla possibilità, che viene però negata, di ravvisarne taluni paradigmi nella modernità – e della relazione tra sacertà e pax deorum, si evidenzia come l’homo sacer sia immerso nel diritto, con conseguente estraneità del medesimo da qualsivoglia forma di sovranità. Nell’affrontare l’argomento successivo (‘In tema di iustitium’) l’autore, dopo aver descritto le ipotesi in cui il iustitium veniva indetto e gli organi che potevano promanarlo, osserva come lo stesso non comporti il temporaneo arresto del diritto, ma solo la transitoria interruzione dell’esercizio delle attività pubbliche. La conclusione è, allora, nel senso di escludere che la figura dell’homo sacer, da un lato, e l’istituto del iustitium, dall’altro, siano riconducibili a prodotti del diritto romano, in grado di legittimare in vario modo la disapplicazione di questo stesso diritto. Entrambi, contrariamente alla lettura proposta da Agamben, niente hanno a che fare con l’essenza della sovranità, ove identificata in una sospensione dell’ordinamento tale da lasciare priva di protezione giuridica la nuda vita del singolo, esposta quindi a forme di violenza sottratte a ogni sanzione.

Biopolitica e diritto romano

GAROFALO, LUIGI
2009

Abstract

Il volume comprende, oltre al Prologo e all'Epilogo, due saggi centrali (‘Homo sacer e arcana imperii’ e ‘In tema di iustitium’), nei quali l’autore ripercorre criticamente le tesi del filosofo Giorgio Agamben sulla giuridicità contemporanea, esposte soprattutto in ‘Stato di eccezione’ e ‘Homo sacer. Potere sovrano e nuda vita'. In ‘Homo sacer e arcana imperii’, in particolare, dopo l’analisi dei tratti specifici della figura arcaica dell’homo sacer, dei casi di sacertà – con riguardo anche alla possibilità, che viene però negata, di ravvisarne taluni paradigmi nella modernità – e della relazione tra sacertà e pax deorum, si evidenzia come l’homo sacer sia immerso nel diritto, con conseguente estraneità del medesimo da qualsivoglia forma di sovranità. Nell’affrontare l’argomento successivo (‘In tema di iustitium’) l’autore, dopo aver descritto le ipotesi in cui il iustitium veniva indetto e gli organi che potevano promanarlo, osserva come lo stesso non comporti il temporaneo arresto del diritto, ma solo la transitoria interruzione dell’esercizio delle attività pubbliche. La conclusione è, allora, nel senso di escludere che la figura dell’homo sacer, da un lato, e l’istituto del iustitium, dall’altro, siano riconducibili a prodotti del diritto romano, in grado di legittimare in vario modo la disapplicazione di questo stesso diritto. Entrambi, contrariamente alla lettura proposta da Agamben, niente hanno a che fare con l’essenza della sovranità, ove identificata in una sospensione dell’ordinamento tale da lasciare priva di protezione giuridica la nuda vita del singolo, esposta quindi a forme di violenza sottratte a ogni sanzione.
2009
9788824319096
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