In più di due secoli in cui l’esercizio critico ha tentato di sondare il caso Gozzi – tra condanne sommarie, o lapidarie, e infastidite rimozioni, parallelamente a mitizzanti apologie, non a caso germoglianti al di fuori dei patri confini, sino ai più recenti, ciclici ed equilibrati repêchages – un elemento topico sembra stagliarsi con nettezza: la cifra squisitamente antagonista della sua personalità e della sua multiforme produzione artistica e saggistica. A lungo condizionato dalla convinzione che la genesi stessa dell’arte gozziana si sarebbe determinata e ininterrottamente alimentata nello scontro – una vera e propria guerra – con l’odiosamato Carlo Goldoni, solo negli ultimissimi anni il dibattito critico ha maturato la consapevolezza di dover considerare nella loro dialettica contiguità i due scrittori veneziani, finalmente sottratti alle secche delle contrapposizioni belliche e binarie e riletti piuttosto alla luce della loro inimicizia solidale: dell’intima parentela cioè di due “nemici” che nel loro antagonismo seppero esprimere quella che potrebbe chiamarsi una loro solidale produttività, avendo essi elaborato da un medesimo spazio-tempo, la Venezia del secondo Settecento, modelli drammaturgici e spettacolari di lunga durata, entrambi – sia pur, o proprio perché, “l'un contro l'altro armati” – destinati a influire in misura determinante sugli sviluppi del teatro europeo. L’Antologia della critica gozziana intende rispondere alla medesima esigenza: sia, strutturalmente, con l’affiancare le due personalità che una plurisecolare tradizione critica aveva impoverito in giustapposizioni e semplificazioni storiografiche tanto efficaci quanto non veridiche, sia, nello specifico della selezione del materiale, cercando di ricostruire l’accidentata, bizzarra e istruttiva storia della ricezione critica di Carlo Gozzi.
Antologia della critica goldoniana e gozziana
SCANNAPIECO, ANNA
2009
Abstract
In più di due secoli in cui l’esercizio critico ha tentato di sondare il caso Gozzi – tra condanne sommarie, o lapidarie, e infastidite rimozioni, parallelamente a mitizzanti apologie, non a caso germoglianti al di fuori dei patri confini, sino ai più recenti, ciclici ed equilibrati repêchages – un elemento topico sembra stagliarsi con nettezza: la cifra squisitamente antagonista della sua personalità e della sua multiforme produzione artistica e saggistica. A lungo condizionato dalla convinzione che la genesi stessa dell’arte gozziana si sarebbe determinata e ininterrottamente alimentata nello scontro – una vera e propria guerra – con l’odiosamato Carlo Goldoni, solo negli ultimissimi anni il dibattito critico ha maturato la consapevolezza di dover considerare nella loro dialettica contiguità i due scrittori veneziani, finalmente sottratti alle secche delle contrapposizioni belliche e binarie e riletti piuttosto alla luce della loro inimicizia solidale: dell’intima parentela cioè di due “nemici” che nel loro antagonismo seppero esprimere quella che potrebbe chiamarsi una loro solidale produttività, avendo essi elaborato da un medesimo spazio-tempo, la Venezia del secondo Settecento, modelli drammaturgici e spettacolari di lunga durata, entrambi – sia pur, o proprio perché, “l'un contro l'altro armati” – destinati a influire in misura determinante sugli sviluppi del teatro europeo. L’Antologia della critica gozziana intende rispondere alla medesima esigenza: sia, strutturalmente, con l’affiancare le due personalità che una plurisecolare tradizione critica aveva impoverito in giustapposizioni e semplificazioni storiografiche tanto efficaci quanto non veridiche, sia, nello specifico della selezione del materiale, cercando di ricostruire l’accidentata, bizzarra e istruttiva storia della ricezione critica di Carlo Gozzi.Pubblicazioni consigliate
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