Il volume analizza sulla base di un'ampia documentazione archivistica pubblica e privata, italiana e straniera, le relazioni tra l'emigrazione democratica antifascista e le potenze alleate tra il 1940 e il 1943. Centrale in questa analisi è l'azione condotta da Sforza e dai suoi collaboratori negli stati Uniti nel tentativo di creare un governo italiano in esilio allo scopo di porre una sorta di ipoteca sul futuro dell'Italia postbellica sia dal punto di vista del regime interno, sia della collocazione internazionale del paese. Il volume illustra come, a dispetto di alcuni elementi positivi, questa strategia fosse destinata al fallimento a causa da un lato delle incertezze della politica estera americana, dall'altro dell'ostilità delle autorità britanniche che puntavano su una politica punitiva verso l'Italia. Ciò nonostante Sforza restò una figura di prestigio e i suoi legami con l'amministrazione americana favorirono nel dopoguerra la sua nomina a ministro degli Esteri, fautore, con De Gasperi, della scelta occidentale dell'Italia.

Gli Alleati e l'emigrazione democratica antifascista (1940-1943)

VARSORI, ANTONIO
1982

Abstract

Il volume analizza sulla base di un'ampia documentazione archivistica pubblica e privata, italiana e straniera, le relazioni tra l'emigrazione democratica antifascista e le potenze alleate tra il 1940 e il 1943. Centrale in questa analisi è l'azione condotta da Sforza e dai suoi collaboratori negli stati Uniti nel tentativo di creare un governo italiano in esilio allo scopo di porre una sorta di ipoteca sul futuro dell'Italia postbellica sia dal punto di vista del regime interno, sia della collocazione internazionale del paese. Il volume illustra come, a dispetto di alcuni elementi positivi, questa strategia fosse destinata al fallimento a causa da un lato delle incertezze della politica estera americana, dall'altro dell'ostilità delle autorità britanniche che puntavano su una politica punitiva verso l'Italia. Ciò nonostante Sforza restò una figura di prestigio e i suoi legami con l'amministrazione americana favorirono nel dopoguerra la sua nomina a ministro degli Esteri, fautore, con De Gasperi, della scelta occidentale dell'Italia.
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