Il discorso sui diritti umani in ambito europeo assume facilmente un tono celebrativo. Forse è un difetto antico, che risale al trionfalismo della Carta dei diritti della rivoluzione francese ma che non manca poi di scorgersi in una certa aura di sacralità con cui si guarda alle Costituzioni del II dopoguerra. Se i diritti umani e la democrazia costituiscono valori fondanti del nostro ordine politico non bisogna tuttavia nascondere come la questione delle carte dei diritti umani abbia conquistato nella cultura europea degli ultimi due secoli una presenza iconografica . L’apoteosi finale di questo discorso è la recente “adozione” della Carta europea, per quanto ancora ambiguo sia il suo status formale nell’ordinamento dei diritti. Dietro questo atteggiamento c’è forse il senso che l’Europa ha della superiorità culturale e la questione dei diritti umani rappresenta un marchio di autocompiacimento e di trionfalismo. Noi innalziamo lo specchio dei diritti umani di fronte al nostro viso collettivo e pieni di compiacimento sorridiamo dicendo “si siamo noi i più belli del reame” . Ma lo specchio solo se lo si guarda con attenzione non nasconde vari difetti, cicatrici e capelli bianchi. Difetti, cicatrici e segni di vecchiaia dei quali rischiamo di non accorgerci nel momento in cui ragioniamo sulla futura costituzione europea.
Quale Europa, Quale costituzione? - La questione dei diritti umani e la Costituzione europea
ANTONINI, LUCA
2002
Abstract
Il discorso sui diritti umani in ambito europeo assume facilmente un tono celebrativo. Forse è un difetto antico, che risale al trionfalismo della Carta dei diritti della rivoluzione francese ma che non manca poi di scorgersi in una certa aura di sacralità con cui si guarda alle Costituzioni del II dopoguerra. Se i diritti umani e la democrazia costituiscono valori fondanti del nostro ordine politico non bisogna tuttavia nascondere come la questione delle carte dei diritti umani abbia conquistato nella cultura europea degli ultimi due secoli una presenza iconografica . L’apoteosi finale di questo discorso è la recente “adozione” della Carta europea, per quanto ancora ambiguo sia il suo status formale nell’ordinamento dei diritti. Dietro questo atteggiamento c’è forse il senso che l’Europa ha della superiorità culturale e la questione dei diritti umani rappresenta un marchio di autocompiacimento e di trionfalismo. Noi innalziamo lo specchio dei diritti umani di fronte al nostro viso collettivo e pieni di compiacimento sorridiamo dicendo “si siamo noi i più belli del reame” . Ma lo specchio solo se lo si guarda con attenzione non nasconde vari difetti, cicatrici e capelli bianchi. Difetti, cicatrici e segni di vecchiaia dei quali rischiamo di non accorgerci nel momento in cui ragioniamo sulla futura costituzione europea.Pubblicazioni consigliate
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