Il lavoro affronta il tema del trasferimento di tecnologia nell’ottica del diritto internazionale privato e processuale UE e nel DIP italiano. Nel far questo, tuttavia, l’a. esplora il terreno del diritto del commercio internazionale, e quello del diritto del mercato interno, rilevante in questo settore, coniugando l’approccio metodologico del diritto internazionale privato e processuale, con l’attenzione alle specificità della materia, dettate dall’ampia regolamentazione sia del diritto del mercato interno UE, sia del diritto del commercio internazionale. Anzitutto, l’opera descrive il fenomeno del trasferimento di tecnologia nel commercio internazionale, e la regolamentazione ad esso relativa nel diritto del commercio internazionale, individuando altresì i problemi posti nell’ambito del DIP. Successivamente, l’a. si sofferma sulle ragioni di una scelta definitoria che utilizza un meta-tipo contrattuale (trasferimento di tecnologia) per l’analisi dei problemi posti da licenze e cessioni di diritti di proprietà industriale, di software e di know-how. Ancora, l’a. si confronta con il c.d. principio di territorialità dei beni immateriali, per respingere la tesi che vuole la materia della proprietà industriale sottratta agli effetti delle norme di diritto internazionale privato, e per determinare l’ambito dello “statuto” dei beni immateriali ai sensi dell’art. 54 LDIP. L’a. affronta poi il problema della qualificazione del know-how, alla luce tanto della sistematica interna di diritto materiale e diritto internazionale privato italiano, quanto dell’analisi comparata e dei dati vincolanti di origine esterna, per ricondurre i profili non contrattuali della tutela del know-how all’interno della nozione internazionalprivatistica di concorrenza sleale, riconducendo questa figura ad un regime di DIP speciale rispetto a quello generale dell’illecito, ed analogo a quella prevista per i diritti assoluti su beni immateriali. L’a. si occupa poi di definire l’ambito della giurisdizione sui contratti de quibus, alla luce del regime unitario di Bruxelles, soffermandosi sul significato dei fori contrattuale, delittuale, ed esclusivo in materia di proprietà intellettuale, alla luce della rilevante giurisprudenza UE. Successivamente, l’a. affronta il tema della legge applicabile. Anzitutto il principio del primato della volontà delle parti è inquadrato in relazione sia ai lavori del’UNCTAD specificamente dedicati al trasferimento di tecnologia, sia alla disciplina comune europea, introdotta con la Convenzione di Roma del 1980. Il primato della volontà delle parti, e le eccezioni ad esso, sono poi analizzati in un’ottica di comparazione, prima di tutto tra sistemi classici di diritto internazionale privato continentale e common law, ma con riferimento altresì a modelli ulteriori, sia dell’area iberoamericana, sia delle nuove codificazioni dell’estremo oriente, sia infine con riferimento alle legislazioni speciali in materia di trasferimento di tecnologia adottati da svariati PVS. Ancora, è affrontato il tema della legge applicabile in mancanza di scelta nel DIP convenzionale, sia da un punto di vista generale, sia soprattutto con specifico riferimento ai contratti de quibus. In tale contesto, sono valorizzati sia i dati relativi alla disciplina approntata dal diritto del commercio internazionale, in sede TRIPS, ma anche di convenzioni di Parigi e di Berna, nonché dal diritto UE del mercato interno. La lettura del DIP uniforme convenzionale viene poi affiancata da un’analisi comparata delle soluzioni relative ala legge applicabile in mancanza di scelta ai contratti oggetto dello studio. Infine, è analizzata la questione della legge applicabile nell’ambito dell’arbitrato commerciale internazionale. Infine, l’a. affronta il tema della protezione degli interessi fondamentali degli ordinamenti coinvolti nelle operazioni di trasferimento di tecnologia, alla luce degli istituti generali delle norme di applicazione necessaria e dell’ordine pubblico. In tale contesto sono valorizzate sia le esigenze relative al diritto antitrust UE e non solo, sia le esigenze di accesso alla tecnologia fatte proprie da numerosi strumento di diritto del commercio internazionale e da legislazioni interne, sia le questioni specifiche legate al diritto dell’ambiente, e al rilievo internazionalprivatistico delle misure di embargo per il trasferimento della tecnologia di rilevanza strategica. L’opera è accompagnata da un ampio apparato critico di note, da un esteso ed approfondito indice analitico con riferimento alle singole pagine dell’opera, da dettagliati indici degli autori e della giurisprudenza citati, del pari con riferimenti alle singole pagine dell'opera, e infine da un esteso indice bibliografico generale.
Il trasferimento di tecnologia nel diritto internazionale privato. Licenza e cessione di privative industriali e know-how
CORTESE, BERNARDO
2003
Abstract
Il lavoro affronta il tema del trasferimento di tecnologia nell’ottica del diritto internazionale privato e processuale UE e nel DIP italiano. Nel far questo, tuttavia, l’a. esplora il terreno del diritto del commercio internazionale, e quello del diritto del mercato interno, rilevante in questo settore, coniugando l’approccio metodologico del diritto internazionale privato e processuale, con l’attenzione alle specificità della materia, dettate dall’ampia regolamentazione sia del diritto del mercato interno UE, sia del diritto del commercio internazionale. Anzitutto, l’opera descrive il fenomeno del trasferimento di tecnologia nel commercio internazionale, e la regolamentazione ad esso relativa nel diritto del commercio internazionale, individuando altresì i problemi posti nell’ambito del DIP. Successivamente, l’a. si sofferma sulle ragioni di una scelta definitoria che utilizza un meta-tipo contrattuale (trasferimento di tecnologia) per l’analisi dei problemi posti da licenze e cessioni di diritti di proprietà industriale, di software e di know-how. Ancora, l’a. si confronta con il c.d. principio di territorialità dei beni immateriali, per respingere la tesi che vuole la materia della proprietà industriale sottratta agli effetti delle norme di diritto internazionale privato, e per determinare l’ambito dello “statuto” dei beni immateriali ai sensi dell’art. 54 LDIP. L’a. affronta poi il problema della qualificazione del know-how, alla luce tanto della sistematica interna di diritto materiale e diritto internazionale privato italiano, quanto dell’analisi comparata e dei dati vincolanti di origine esterna, per ricondurre i profili non contrattuali della tutela del know-how all’interno della nozione internazionalprivatistica di concorrenza sleale, riconducendo questa figura ad un regime di DIP speciale rispetto a quello generale dell’illecito, ed analogo a quella prevista per i diritti assoluti su beni immateriali. L’a. si occupa poi di definire l’ambito della giurisdizione sui contratti de quibus, alla luce del regime unitario di Bruxelles, soffermandosi sul significato dei fori contrattuale, delittuale, ed esclusivo in materia di proprietà intellettuale, alla luce della rilevante giurisprudenza UE. Successivamente, l’a. affronta il tema della legge applicabile. Anzitutto il principio del primato della volontà delle parti è inquadrato in relazione sia ai lavori del’UNCTAD specificamente dedicati al trasferimento di tecnologia, sia alla disciplina comune europea, introdotta con la Convenzione di Roma del 1980. Il primato della volontà delle parti, e le eccezioni ad esso, sono poi analizzati in un’ottica di comparazione, prima di tutto tra sistemi classici di diritto internazionale privato continentale e common law, ma con riferimento altresì a modelli ulteriori, sia dell’area iberoamericana, sia delle nuove codificazioni dell’estremo oriente, sia infine con riferimento alle legislazioni speciali in materia di trasferimento di tecnologia adottati da svariati PVS. Ancora, è affrontato il tema della legge applicabile in mancanza di scelta nel DIP convenzionale, sia da un punto di vista generale, sia soprattutto con specifico riferimento ai contratti de quibus. In tale contesto, sono valorizzati sia i dati relativi alla disciplina approntata dal diritto del commercio internazionale, in sede TRIPS, ma anche di convenzioni di Parigi e di Berna, nonché dal diritto UE del mercato interno. La lettura del DIP uniforme convenzionale viene poi affiancata da un’analisi comparata delle soluzioni relative ala legge applicabile in mancanza di scelta ai contratti oggetto dello studio. Infine, è analizzata la questione della legge applicabile nell’ambito dell’arbitrato commerciale internazionale. Infine, l’a. affronta il tema della protezione degli interessi fondamentali degli ordinamenti coinvolti nelle operazioni di trasferimento di tecnologia, alla luce degli istituti generali delle norme di applicazione necessaria e dell’ordine pubblico. In tale contesto sono valorizzate sia le esigenze relative al diritto antitrust UE e non solo, sia le esigenze di accesso alla tecnologia fatte proprie da numerosi strumento di diritto del commercio internazionale e da legislazioni interne, sia le questioni specifiche legate al diritto dell’ambiente, e al rilievo internazionalprivatistico delle misure di embargo per il trasferimento della tecnologia di rilevanza strategica. L’opera è accompagnata da un ampio apparato critico di note, da un esteso ed approfondito indice analitico con riferimento alle singole pagine dell’opera, da dettagliati indici degli autori e della giurisprudenza citati, del pari con riferimenti alle singole pagine dell'opera, e infine da un esteso indice bibliografico generale.Pubblicazioni consigliate
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