Fin dal 386 Agostino d’Ippona (354-430) riflette sul problema della memoria, dando vita a riflessioni di diversa natura ed entità. Le più celebri sono certamente quelle del libro X delle Confessioni, ma non sono le uniche. Occorre valicare questi confini per cogliere, in una più ampia latitudine, l’originalità della speculazione agostiniana. È interessante ciò che l’autore disvela: la significativa polivalenza semantica del termine memoria e la versatilità della memoria che, come facoltà dell’anima, è capace di agire su piani sempre ulteriori. Per Agostino essa è prima di tutto un grande e misterioso potere, guida e motore del cammino di conoscenza che si innalza dal mondo sensibile fino a Dio; ma è anche l’antidoto contro l’oblio causato dal peccato originale, il “freno” posto allo scorrere del tempo lineare e la capacità di aprirsi all’eternità divina. Il saggio ripercorre, attraverso tre diversi itinerari (il luogo, il tempo, l’immagine), questa densa riflessione agostiniana ed individua in essa un movente costante: tendere a Dio sondando le profondità dell’animo umano. La memoria incarna l’enigma e svela il mistero di quelle profondità: in quanto “spazio metafisico” essa è la radice prima ed ultima della possibilità umana di autotrascendersi rispondendo al richiamo di Dio che ha creato l’uomo capace di Lui.

La memoria come «capacitas Dei» secondo Agostino. Unità e complessità

CILLERAI, BEATRICE
2008

Abstract

Fin dal 386 Agostino d’Ippona (354-430) riflette sul problema della memoria, dando vita a riflessioni di diversa natura ed entità. Le più celebri sono certamente quelle del libro X delle Confessioni, ma non sono le uniche. Occorre valicare questi confini per cogliere, in una più ampia latitudine, l’originalità della speculazione agostiniana. È interessante ciò che l’autore disvela: la significativa polivalenza semantica del termine memoria e la versatilità della memoria che, come facoltà dell’anima, è capace di agire su piani sempre ulteriori. Per Agostino essa è prima di tutto un grande e misterioso potere, guida e motore del cammino di conoscenza che si innalza dal mondo sensibile fino a Dio; ma è anche l’antidoto contro l’oblio causato dal peccato originale, il “freno” posto allo scorrere del tempo lineare e la capacità di aprirsi all’eternità divina. Il saggio ripercorre, attraverso tre diversi itinerari (il luogo, il tempo, l’immagine), questa densa riflessione agostiniana ed individua in essa un movente costante: tendere a Dio sondando le profondità dell’animo umano. La memoria incarna l’enigma e svela il mistero di quelle profondità: in quanto “spazio metafisico” essa è la radice prima ed ultima della possibilità umana di autotrascendersi rispondendo al richiamo di Dio che ha creato l’uomo capace di Lui.
2008
9788846720566
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