Il saggio ripercorre la parabola basso-medievale di Monselice, centro di fondazione tardo-antica, che conobbe sotto il dominio longobardo e poi carolingio una stagione di centralità politica, anche rispetto alla vicina e più blasonata Padova. Nel basso medioevo la gerarchia insediativa si capovolse a favore di Padova, ma Monselice mantenne la memoria della sua antica tradizione pubblica. Fu infatti "Camera specialis imperii" e ospitò tra le sue mura dapprima Federico Barbarossa e i suoi ufficiali, e poi Federico II ed Ezzelino da Romano, i quali lasciarono delle importanti testimonianze del loro passaggio nel castello ai piedi del colle e nella rocca sommitale. Contemporaneamente, però, Monselice conobbe anche istituzioni comunali proprie, costituitesi peraltro nel periodo durante il quale a più riprese la città ospitò Federico I e i suoi rappresentanti. A partire dall'inizio del Duecento Monselice cominciò a gravitare verso Padova. Il centro venne inglobato nel territorio padovano senza azioni violente, piuttosto attraverso un assorbimento osmotico, che comunque non cancellò negli abitanti di Monselice la memoria degli antichi privilegi e del rapporto privilegiato con il potere pubblico rappresentato dall'impero. Dopo la caduta di Ezzelino Monselice fu integrata a tutti gli effetti nel distretto padovano, di cui costituiva il castello più importante. In età carrarese il castello monselicense costituì una delle residenze privilegiate della famiglia dominante, che vi ospitò anche l'imperatore Carlo IV. Per numero di abitanti, tradizioni politiche, vivacità economica, articolazione delle istituzioni ecclesiastiche e monastiche, il centro rappresentava un esempio davvero emblematico di "quasi città".

Il basso Medioevo a Monselice (sec. XI-metà  XV)

CANZIAN, DARIO
2009

Abstract

Il saggio ripercorre la parabola basso-medievale di Monselice, centro di fondazione tardo-antica, che conobbe sotto il dominio longobardo e poi carolingio una stagione di centralità politica, anche rispetto alla vicina e più blasonata Padova. Nel basso medioevo la gerarchia insediativa si capovolse a favore di Padova, ma Monselice mantenne la memoria della sua antica tradizione pubblica. Fu infatti "Camera specialis imperii" e ospitò tra le sue mura dapprima Federico Barbarossa e i suoi ufficiali, e poi Federico II ed Ezzelino da Romano, i quali lasciarono delle importanti testimonianze del loro passaggio nel castello ai piedi del colle e nella rocca sommitale. Contemporaneamente, però, Monselice conobbe anche istituzioni comunali proprie, costituitesi peraltro nel periodo durante il quale a più riprese la città ospitò Federico I e i suoi rappresentanti. A partire dall'inizio del Duecento Monselice cominciò a gravitare verso Padova. Il centro venne inglobato nel territorio padovano senza azioni violente, piuttosto attraverso un assorbimento osmotico, che comunque non cancellò negli abitanti di Monselice la memoria degli antichi privilegi e del rapporto privilegiato con il potere pubblico rappresentato dall'impero. Dopo la caduta di Ezzelino Monselice fu integrata a tutti gli effetti nel distretto padovano, di cui costituiva il castello più importante. In età carrarese il castello monselicense costituì una delle residenze privilegiate della famiglia dominante, che vi ospitò anche l'imperatore Carlo IV. Per numero di abitanti, tradizioni politiche, vivacità economica, articolazione delle istituzioni ecclesiastiche e monastiche, il centro rappresentava un esempio davvero emblematico di "quasi città".
2009
Monselice nei secoli
9788884092090
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